Un paese di morti

POST di Gian Paolo

Riprendo un post dell’amico Gian Paolo pubblicato su

Facebook aggiungendo questi commenti:

Cimitero

Guardo queste foto, che commento si può fare a questo degrado?

Abbiamo abbandonato i vivi, possiamo pensare ai morti? E’ ovvio che le priorità del Paese siano ben altre che la tutela delle tombe…se pur di personaggi illustri.

Lasciatemi dire che poco importano i nomi degli inquilini di quelle eterne dimore, il rispetto verso i defunti è un dovere per noi: figli o nipoti o, comunque, cittadini del mondo.

Neppure importa se si è credenti in un Dio, nella vita eterna o che altra attesa abbiamo dopo la vita terrena: ogni civiltà ha onorato i propri morti, essi sono il passato e la storia di ogni popolo.

Se quei morti hanno uno spirito, riposerà da qualche parte, ma non è dell’anima o del corpo che dobbiamo avere ricordo per quei defunti, bensì della loro trascorsa esistenza terrena. Se, da vivi, hanno fatto grande la nostra civiltà e il nostro paese, a maggior ragione, di quei morti, ne dobbiamo tenere “vive” le gesta.

Il degrado, che abbiamo davanti agli occhi, non è solo attività del tempo e non è colpa solo dei pochi finanziamenti: tenere ordinato e pulito un cimitero è anche un gesto di umana civiltà, possibile per ogni visitatore…forse ci sono rimasti pochi visitatori e meno ancora memoria.

Forse è rimasta poca gente a credere ancora nei valori di un popolo e nella sua storia, sembra che “abbiamo” deciso di non difendere più il futuro dei nostri giovani e “abbiamo” abbandonato i nostri vecchi; mi chiedo se questo dipenda dalla crisi del Bel Paese o se siamo entrati in crisi proprio perché “abbiamo” abbandonato i valori, la cultura e l’orgoglio della nostra civiltà per diventare un paese di morti…abbandonati.

Romano Pisciotti

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