In ricordo dell’Ammiraglio Giovanni Carta.
Penso che quell’aria un poco stranita, che a volte gli si leggeva in volto, fosse lo specchio di pensieri lontani dai corridoi dell’Accademia. Per lui la scienza della navigazione, costretta in tavole logaritmiche, doveva essere meno importante di quei cerchi perfetti che disegnava alla lavagna, come preambolo delle sue lezioni di navigazione e simbologia del contrasto con la meravigliosa imperfezione del vento e delle onde che il suo sorriso tradiva.
L’Ammiraglio, allora Capitano di Fregata e ubbidiente al nobile servizio dell’insegnamento, sembrava sognare la libertà dell’uomo di mare e, forse, anche la profondità del filosofo, mentre con lunghe falcate raggiungeva l’aula di navigazione. Non so se in lui, nel tempo, abbia vinto il marinaio o il filosofo, ma la notizia della sua scomparsa mi ha rattristato e mi auguro che i suoi tanti cadetti-studenti conservino ancora il significato di quei cerchi perfetti.
AUCD Romano Pisciotti
72°Corso, Phoenix
Ho avuto l’onore ed il piacere di lavorare con lui al Gruppo Insegnamento Nautica dal luglio 1969 a ottobre 1970. Avevo terminato il 39mo corso AUCL ad aprile e, dopo un breve periodo da Aspirante Ufficiale del corpo delle Capitanerie di Porto presso Compamare Olbia, sono stato trasferito a Marinaccad Livorno al Gruppo Insegnamento Nautica, direttore CV Gilberto Launaro, col ruolo di sottordine al CC Gianni Carta. E’ stata un’esperienza bellissima, sia sotto il profilo professionale, sia e soprattutto sotto il profilo umano. Nonostante fossi laureato in Discipline nautiche, e con un anno di insegnamento al nautico di Carloforte, il mio bagaglio culturale si è arricchito di metodi e contenuti. Essere a contatto con persone come il già citato comandante Launaro, livornese di zecca: il CF Alvise Fon, geniale nell’intuizione dei suoi problemi di cosmografia e di carteggio, con cui collaboravo nella preparazione e nella correzione dei compiti per la prima classe; ii CC Gianni Carta con cui ero a stretto contatto di gomito perché ho collaborato alla preparazione e alla correzione dei compiti di carteggio settimanali per i corsi AUCD e alla stesura completamente analitica della meridiana che è stata successivamente costruita in Accademia. Gianni Carta con cui sono rimasto amico per molto tempo e di cui conservo tanta stima e simpatia non lasciava nulla al caso, con la sua calma, proponeva, risolveva e chiariva problemi anche molto complicati, e riusciva a renderli semplici e alla portata di tutti. era come un motore lento, preciso e costante in tutte le sue azioni. Il prof. Giuseppe Bonifai, preside del nautico di Carloforte, che ha avuto l’onore di conoscerlo lo ha definito una persona squisita. Il comandante Fon, che era invece impetuoso come una sciroccata diceva che, ascoltando una barzelletta del comandante Carta, da buon triestino, si beveva un fiasco di vino. Ho appreso adesso che ci ha lasciato otto mesi fa. E’ un peccato, certe persone non dovrebbero morire, so che ha una figlia Ilaria come mia figlia, che non ho mai conosciuto di persona, e non so come contattare alla quale rivolgo comunque le più sentite condoglianze.
Uno di quegli uomini che lasciano un ricordo indelebile, in chi ha avuto il privilegio di conoscerli, o semplicemente incontrarli: un misto singolare di innata eleganza, grande intelligenza e profonda preparazione. Un grand’uomo, un ottimo Ufficiale, un esempio!