E’ noto che molti piccoli imprenditori hanno basato il loro successo su singole peculiarità, intuito o fiuto per gli affari, com’è altrettanto noto che le piccole e medie imprese, in molti casi, non attraversano un periodo florido, anzi, molte rischiano di passare da “difficoltà” a “chiusura”…..hanno esaurito idee e fiuto?…..o forse qualcuno ha avuto un’idea migliore o globale?!
La globalizzazione ha creato molte illusioni e, purtroppo, molte delusioni: le aziende che hanno pensato di poter abbattere le frontiere raggiungendo, grazie alla visibilità offerta da internet, ricchi mercati inesplorati o nuovi clienti, si sono accorte che un sito web non basta più e neppure la presenza sui social garantisce prodigiose “messi” di clienti.
La global economy sta portando alla migrazione dell’economia produttiva verso luoghi esotici e la finanziarizzazione dell’impresa tradizionale ha abbattuto confini e barriere, senza rispetto sociale e senza impegni territoriali come tasse e sindacati.
Non abbiamo applaudito al concetto dell’e-commerce per vedere migliaia di poveri cristi pedalare per pochi euro o per essere circondati da furgoni che sembrano aver sostituito la slitta di Babbo Natale, con la differenza che la slitta magica non blocca la viabilità con posteggi funamboleschi!
Rischiamo di perdere la bussola negando che l’impresa e l’imprenditore operano non solo “nel” paese, ma anche “per” il paese.
Brutti scenari per le piccole e medie imprese che, nel tentativo di sopravvivere, si vedono costrette a garantire prezzi e tempi di consegne allucinanti ai giganti del web. Albergatori che, rincorrendo la visibilità, si sono ritrovati a pagare un “pizzo” spropositato ad App che stanno, in pratica, monopolizzato il web.
Il cambiamento in atto non sembra portatore di benessere: non siamo davanti all’evoluzione di carrozze in treni e automobili (processo sempre portato ad esempio per giustificare parte dell’attuale progresso), ma all’accaparramento monopolistico economico-finanziario del mercato.
Quando i giganti avranno ottenuto il monopolio commerciale globale, neppure gli utenti finali (clienti) saranno contenti di comprare oggetti o servizi imposti a prezzi che non saranno più a low cost o, se tali, saranno d’infima qualità, unico standard al quale la globalizzazione ci sta lentamente abituando.
Neppure le aziende del nord-est padano (eccellenze della meccanica), entrate nel circuito tedesco, possono stare tranquille: il legame teutonico assomiglierà sempre più a un guinzaglio, se non addirittura a un nodo scorsoio.
Troppo tardi per reagire?
Non penso…
…a patto che le medie e piccole imprese riescano, senza perdere le loro peculiarità, a fare squadra in gruppi di produttori: unendo i canali di vendita, fare rete con associazioni tra aziende che possano condividere esperienze e futuro.
Unire gli sforzi qualitativi, far fronte per nuovi investimenti, raffreddare la concorrenza, ridurre i costi con acquisti comuni, ecc…cooperare significa compensare i vantaggi delle grandi aziende!
So bene quanto sia difficile per il classico imprenditore italiano “aprire” la propria azienda, ma l’alternativa non sarà felice…sciogliendosi nella prossima App o affrontando, solo, la tempesta.
Vizi e difetti della piccola impresa, magari alle prese anche con il cambio generazionale, devono essere rimossi trovando soluzioni competitive per continuare a valorizzare i pregi dell’impronta famigliare…e, nel caso, ricorrendo a esperti e coordinatori esterni per nuove alleanze.
Romano Pisciotti
Industrial & Business Management
Info: italmotor@gmail.com
AG & Partners srl:
PROCESSO DI PIANIFICAZIONE E MONITORAGGIO GESTIONALE
ERRORI NELLA REALTÀ DI PICCOLE E MEDIE AZIENDE
BUDGET ANALITICO
CONCETTO DI SOSTENIBILITÀ
RICLASSIFICAZIONE DI BILANCIO
IL BILANCIO SOSTENIBILE
IL BILANCIO COME STRUMENTO DI MARKETING
ANALISI DI RENDIMENTO DELLA SOCIETÀ PER IL PASSAGGIO GENERAZIONALE