ALANG

Abbiamo

camminato sul ferro:

nel metallo

non sono rimaste

le nostre orme

ma quel ferro

ha conservato memoria di noi,

dei nostri pensieri

e della solitudine.

Delle camminate in coperta

noi ricordiamo

il vento gelido,

forse

anche lo scricchiolio

della ruggine sotto i piedi

o l’odore di pittura

nei giorni di bonaccia;

la  nave ricorda i nostri passi

e ogni respiro,

quel ferro

ricorda il tempo,

i viaggi

‏e l’emozione

del rosso tremolio

del sole

in ogni tramonto…

sino alla spiaggia

di Alang

dove

la fiamma ossidrica

ferisce

la lamiera

e cancella

un pezzo

della nostra vita.

 


Romano Pisciotti

5 commenti su “ALANG”

  1. Bravo , hai scelto un argomento che spezza il cuore , come quello delle lamiere delle navi . Mi capita spesso di guardare sul web filmati di navi riprese a navigare a tutta forza verso la spiaggia di Alang e li finire la corsa . Provo una grande tristezza, perché vengono in mente tutti quei ricordi che in maniera impeccabile hai saputo descrivere .

  2. Eeeessì, ho gli scrivchiolii di Nave Veneto nel Golfo del Leone! Me li ricordo bene! Salire le scalette sotto G, per il beccheggio!

  3. Non sapevo dell’esistenza di Alang e non capivo quanto leggevo. Quindi mi sono documentata, e ho riletto con altri occhi.
    Già come me lo vedo, questo “cimitero” mi mette tristezza e un senso di freddo abbandono.
    Immagino bene che sensazioni possa lasciare a chi ha vissuto questa esperienza in prima persona e tu sei riuscito a trasmetterle.

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