Abbiamo
camminato sul ferro:
nel metallo
non sono rimaste
le nostre orme
ma quel ferro
ha conservato memoria di noi,
dei nostri pensieri
e della solitudine.
Delle camminate in coperta
noi ricordiamo
il vento gelido,
forse
anche lo scricchiolio
della ruggine sotto i piedi
o l’odore di pittura
nei giorni di bonaccia;
la nave ricorda i nostri passi
e ogni respiro,
quel ferro
ricorda il tempo,
i viaggi
e l’emozione
del rosso tremolio
del sole
in ogni tramonto…
sino alla spiaggia
di Alang
dove
la fiamma ossidrica
ferisce
la lamiera
e cancella
un pezzo
della nostra vita.
Romano Pisciotti
Bravo , hai scelto un argomento che spezza il cuore , come quello delle lamiere delle navi . Mi capita spesso di guardare sul web filmati di navi riprese a navigare a tutta forza verso la spiaggia di Alang e li finire la corsa . Provo una grande tristezza, perché vengono in mente tutti quei ricordi che in maniera impeccabile hai saputo descrivere .
😞
Eeeessì, ho gli scrivchiolii di Nave Veneto nel Golfo del Leone! Me li ricordo bene! Salire le scalette sotto G, per il beccheggio!
Non sapevo dell’esistenza di Alang e non capivo quanto leggevo. Quindi mi sono documentata, e ho riletto con altri occhi.
Già come me lo vedo, questo “cimitero” mi mette tristezza e un senso di freddo abbandono.
Immagino bene che sensazioni possa lasciare a chi ha vissuto questa esperienza in prima persona e tu sei riuscito a trasmetterle.
Grazie Cinzia 🤗