Era la terra conquistata dalle legioni di Roma, è la terra unita dal tricolore, difesa sul Carso, è terra nostra ereditata dai padri.
La terra ghiacciata, la terra arsa e quella dove vive il lupo e pascoliamo il gregge, la terra è quella coltivata dalla storia del mio popolo.
La terra è quella di mio padre, di mio fratello, del vicino o del cognato, è dove ospito l’amico.
La terra è dove nascono i canti, il pane e i figli.
La mia terra è quella bagnata dalle lacrime di mia madre.
La terra è una dote che va difesa, non una promessa.
La terra è dove scavo un pozzo, è da dove partono le nostre navi.
La terra è dove tornano i nostri marinai.
La terra è la mia bandiera, è dove seppellisco i morti e costruisco le chiese e le mura.
Sulla mia terra si parla una sola lingua e si prega un solo Dio, nella gioia della natività o nel dolore della croce!
Sulla nostra terra crescono i nostri sogni, i frutti che ho piantato e la nostra civiltà.
Nella mia terra entra chi rispetta il mio sacrificio e il mio valore. La mia terra non è per tutti: non certo per il nemico, né per chi pensa di volerla.
Ci eravamo illusi che Ryanair fosse un’opera di beneficienza e che ci facesse volare a basso costo per nostro divertimento e utilità.
Le grandi low-cost avevano, e hanno, un piano ben preciso: monopolizzare rotte e scali.
Hanno abbattuto ogni tipo di costo, anche favoriti da qualche tassa aeroportuale non pagata o scontata.
Il miraggio dei voli a pochi euro ci ha trasformati in piccioni viaggiatori….e come piccioni viaggiamo: che gran comodità stare con le ginocchia in bocca, farsi tutte le operazioni di acquisto biglietti e check-in, fare boarding anticipati per aspettare, in piedi, lo sbarco dei passeggeri dall’aereo mobile appena atterrato per far guadagnare, alla Compagnia, minuti preziosi ad ogni scalo.
Poi c’è quello che non vediamo, come ad esempio le ore di volo aumentate per i piloti e gli stipendi diminuiti per tutto il personale…così potranno pilotare anche i tranvieri. Continuando così, avrete ragione a battere le mani ad ogni atterraggio: una bella fortuna!
Ora si paga per imbarcare il bagaglio, domani pagheremo anche il posto a peso…i ciccioni sono avvisati!
Si sono inventati l’algoritmo che varia i prezzi in base al numero delle prenotazioni: bassa e alta stagione a sorpresa! Un volo Milano-Catania,con bagaglio appresso, è solo un “cost” senza “low”…e non abbiamo ancora visto tutto!
Il Governo è intervenuto per fermare questo mercato-lotteria, ma penso che sarà una battaglia contro i mulini a vento.
I massicci investimenti delle compagnie low-cost, esattamente come molte “App” per smartphone, sono programmati per ammazzare la concorrenza e dominare, poi, il mercato. Raggiunto lo scopo, non ci sarà hotel che riuscirà ad avere visibilità se non su “Booking”, come per un ristorante non affiliato a “TheFork” o per una qualsiasi azienda non presente su Amazon.
Inizialmente, queste piattaforme, offrivano visibilità per i propri partner e comodità agli utenti…con il passare del tempo gli utenti troveranno solo i partner scelti dai proprietari della piattaforma, le “App” forzeranno le scelte e riscuoteranno il pizzo dai partner…mentre succhieranno soldi e dati dagli utenti!
Al completamento del successo delle compagnie low-cost, il mercato sarà gestito da pochi attori e, su molte tratte, in pieno oligopolio…alla faccia dell’antitrust!
La reazione volgare e boriosa dell’Amministratore Delegato di Ryanair è la prova che il Governo ha messo il dito nella piaga!
La turbo finanza e la UE stanno lanciando i loro strali a difesa della “povera” Compagnia aerea, si ribadisce il diritto di questa nello stabilirsi le regole e le tariffe-lotteria…viva il turbo liberismo!
Queste Compagnie riusciranno a conquistare il monopolio anche sui voli a lungo raggio…e saranno i padroni dei cieli.
I futuri padroni si stanno già battendo per volare con un solo pilota, senza attendere, almeno, che l’intelligenza artificiale impari a volare!
Con il diffuso ebete consenso dei piccioni viaggiatori, verranno serviti miseri panini al prezzo del caviale, chiederanno il pizzo anche sugli acquisti al duty free e…pagheremo per fare pipì.
La quasi impotenza dei Governi nei confronti di alcune piattaforme, che già fatturano più del PIL di molti paesi, è una triste realtà. Provate a digitare su Google la richiesta per un qualsiasi hotel a Roma o un volo per Napoli: le prime dieci offerte, come minimo, saranno quelle da “Booking” o per voli low-cost.
Tutta una banda da “orto dei miracoli” che ha trovato nella teoria dei “volumi” (…della quantità) il modo per ingrassare…dando meno servizi, anche usufruendo di aiuti regionali e senza pagare le multe collezionate.
“L’intervento legislativo – ha spiegato il presidente dell’Antitrust – persegue un obiettivo di natura perequativa che impedisce lo sfruttamento abusivo del potere di mercato in pregiudizio di consumatori particolarmente vulnerabili”.
Arrivano gli pneumatici eterni, realizzati col nitinol, il bizzarro metallo mutaforma della NASA.
Per ora solo per biciclette…
Si tratta di una lega composta da nichel e titanio la cui forma può essere “impressa” attraverso il calore. Pare che lo pneumatico Metl sia il primo prodotto di consumo a utilizzare tale materiale sviluppato dalla NASA. Rispetto quindi ai tradizionali pneumatici per biciclette, quelli al nitinol non si sgonfiano mai e durano tutta la vita, o almeno questa è la promessa fatta dal produttore, The Smart Tire Company.
Da ex marittimo confermo che il primo imbarco, come il primo amore, non si scorda mai…il mio fu nell’estate del 1972.
Durante le vacanze estive, tra il quarto e il quinto anno dell’Istituto Nautico, imbarcai sulla splendida turbo nave Raffaello.
Le navi di linea erano già in crisi e la Società Italia cercava di dare un futuro ai sui gioielli, Raffaello e Michelangelo, alternando la classica rotta Genova-New York con qualche crociera nei Caraibi. Sappiamo tutti che anche questa alternativa d’impiego non salvò le nostre ammiraglie dalla fine ingloriosa…ma questa è un’altra storia.
Imbarcai come “Piccolo di camera” e venni assegnato ai Servizi Generali. Per venticinque giorni, tanto durò il viaggio negli USA, con crociera ai Caraibi, lavai i piatti alla mensa equipaggio. Lavoro faticoso e rispettabilissimo, ma dopo il mio ruolo…venivano solo i topi nella gerarchia di bordo: tutto era un po’ diverso dal mito che circondava i transatlantici e dai miei sogni di ragazzo, ma faticai facendomi anche apprezzare dai colleghi anziani.
Come primo imbarco e primo lavoro, fu un’esperienza durissima: sveglia all’alba per il servizio colazioni, poi servizio pranzo e cena, su due turni!
Oltre a lavar piatti, aiutavo nella preparazione e pulizia delle tavole. La nave era stata progettata per la “linea” e potei sperimentare che le cambuse non erano state disegnate per viaggi più lunghi: ricordo che le bottiglie di San Pellegrino erano stivate ogni dove. Dovevamo “camallarci” le bottiglie, con l’ausilio di carrelli e piccoli nastri trasportatori, per lunghi corridoi di servizio, su e giù dai ponti…non ho mai visto i lussuosi saloni, ma quella nave l’ho misurata tutta!
Il mare potevo vederlo, solo nelle pause, affacciandomi al parapetto e il lusso della prima classe lo vivevo nei racconti dei cuochi e dei camerieri. Non smisi di sognare né di sgobbare: mi diplomai, seguirono diversi imbarchi su navi di ogni tipo, frequentai l’Accademia di Livorno come ufficiale di complemento e nel 1981, finalmente, ottenni la Patente di Capitano di Lungo Corso.
Tra i ricordi di quel primo imbarco, oltre alle dolorose vesciche ai piedi, c’è la breve escursioni a New York con la vista delle Torri Gemelle appena inaugurate. Pochissimo tempo per le franchigie, così delle isole caraibiche non ne apprezzai il fascino.
Negl’anni successivi ebbi modo di rifarmi!
In quel viaggio non spesi una lira per il puntiglio di consegnare
a mio padre l’assegno della paga assolutamente intero!
A fine viaggio ebbi la più bella sorpresa: sui tavoli della mensa vennero messe delle insalatiere dove l’equipaggio, a contatto con i passeggeri, aveva modo di lasciare una mancia…come una specie di decima. L’equipaggio era veramente numeroso, mentre noi, ai servizi, eravamo in pochi. Gli anziani divisero il bottino in parti uguali…mi sentii veramente ricco e orgoglioso del mio Lavoro!
In quei venticinque giorni le ore furono solo lavoro, tanto straordinario e poco riposo, ma tra stipendio e mance portai a casa un bel gruzzolo!
Ho smesso di navigare poco dopo il conseguimento del titolo di Capitano, ma da quel che sento la vita a bordo, se possibile, è pure peggiorata e la paga non è più quella di una volta…va bene la passione, ma certo non basta per una vita di sacrifici!
Comunque, alla gioventù dell’iPhone e degli aperitivi…consiglierei di fare qualche bella esperienza…senza dipendere da mamma e papà.
Nessuno ha mai chiesto al nostromo Carmelo che cosa gli fosse passato per la testa in quel tragico momento, nessuno gli chiese il perché del suo gesto! Nessuno lo prese per pazzo, nel rispetto del suo dolore.
Carmelo, quella notte, doveva aver guardato a lungo il suo passato in quella scia bianca che s’allontanava nel buio, portandosi i ricordi e la voglia di vivere. Il rumore cupo e ritmato dei motori deve avergli martellato la testa, mentre il suo cuore precipitava nella disperazione. Sotto la poppa, il mare, macellato dalle eliche, si era già aperto per lui in un pozzo profondo più del suo dolore.
Un abbraccio del destino lo ha salvato dalle sue ombre: le mani che lo hanno agguantato all’ultimo secondo furono quelle dell’ufficiale di macchine, salito in coperta per la pausa di una sigaretta.
Fu evitata una tragedia e il nostromo fu sbarcato all’arrivo in porto.
Guardare la scia della nave mi aveva sempre rilassato, se la prua avvicina gli orizzonti e le incognite del viaggio, sedersi a poppa, fumandosi una Marlboro era il modo per fumarsi anche la nostalgia. Lo sguardo era verso acque già navigate, dunque sicure. I draghi marini, se c’è ne fossero stati, annegavano con i mostri della mente. Il cuore poteva respirare l’odore del mare e il corpo si rilassava…il firmamento, allontanandosi nella notte, dava l’impressione di uno strano tramonto e non poteva più incombere sull’anima.
Il cassero, di spalle, e l’enorme fumaiolo sembravano proteggere come un maniero con la sua torre.
Chissà perché, in quella zona della tranquillità, Carmelo scelse il salto dell’addio?
Sembrava essersi preparato con calma: aveva svuotato le tasche appoggiando sulla bitta il suo coltellino e il pezzetto di sagola, che, come d’uso marinaresco, si portava sempre appresso per ogni evenienza in coperta…non pensava che gli sarebbero serviti dopo quel salto.
Questa storia non si trasformò in tragedia, anzi, come per scaramanzia, si riuscì a trovare un aspetto buffo: su quella bitta, il nostromo, aveva posato anche la dentiera…propio impensabile ciò che gli era passato per la testa!…Noi ci scherzammo su, fortunatamente, insieme a lui.
La Cina ha varato un cacciatorpediniere classe Type 052DL con il più grande sistema di lancio verticale al mondo per missili antinave ipersonici YJ-21.
Nella seconda guerra mondiale l’Italia disponeva di una flotta militare potente per combattere nel “giardino di casa”…nel Mediterraneo. Lo stesso Churchill temeva, in modo particolare, la numerosa flotta di sommergibili. Corazzate e incrociatori modernissimi non bastarono per bloccare i Britannici nel Mare Nostrum, solo alcune valorose azione della nostra Marina ebbero significativi successi. Pochi scontri tra le due flotte, la maggioranza a favore della Marina Inglese. Alcuni fattori pesarono a sfavore della nostra flotta in alcuni dei più importanti scontri, come, i più citati da sempre, la mancanza del radar (…con la conseguente mancanza di proiettili per il tiro notturno), la mancanza di copertura aerea e l’imprecisione del tiro delle nostre corazzate (avendo accentuato la gittata a discapito della precisione).
A questi svantaggi si può anche aggiungere la scarsa disponibilità di carburante che costrinse ad un impiego della flotta inferiore al suo potenziale. Alcuni commentatori aggiungono anche una maggior fedeltà della Regia Marina alla monarchia rispetto al Regime, personalmente penso che questo tipo di commenti nascondano più la rivalità tra le Forze Armate e una gestione complessiva poco strategica della flotta, come argomentato da molti storici.
Credo, e non sono l’unico a pensarlo, che ci fu una chiara impreparazione sia da parte dei Comandi che degli equipaggi. Senza nulla togliere al senso del dovere e al coraggio degli ufficiali e dei marinai, l’esperienza e la preparazione degli equipaggi inglesi giocò un ruolo importante nello svolgimento delle operazioni.
A conclusione di quanto detto, nelle battaglie navali servì a poco l’eroismo o alcuni primati numerici o alcuni record, mentre la conduzione tattica e strategica della guerra nel suo complesso dimostrò, ancor prima dell’intervento americano, l’inferiorità della nostra Marina che, come noto, alla fine, si dovette arrendere consegnando una flotta ancora di tutto rispetto, malgrado le perdite subite.
La frettolosa messa in linea dei gioielli navali cinesi non assicurerà una scontata supremazia militare.
Gli esperti militari segnalano una complessiva inferiorità cinese rispetto al naviglio americano. Vere o meno che siano queste segnalazioni, va detto, ad esempio, che è solo dal 2015 (…per quanto noto) che i cinesi esperimentano tecnologie per le loro portaerei. Ad oggi, gli americani riescono a far decollare dalle loro unità velivoli con maggior carico utile e carburante, elementi essenziali sia per il raggio d’azione che per il successo della missione.
La prima portaerei cinese a propulsione atomica sarà presto in linea…la velocità dei cinesi è impressionante, ma non altrettanto l’efficienza e l’esperienza che, come per la nostra Regia Marina, potrebbero compromettere la capacità bellica complessiva.
La strategia non basta impararla dai libri di storia, questo può (…potrebbe) servire a non ripetere gli stessi errori, ma non può insegnare a combattere una nuova guerra.
Spero che non ci sia mai il modo per verificare quanto sopra detto…assaggiare gli artigli della Tigre sarà, comunque, un’esperienza da evitare per i risultati, pur sempre, non scontati.
A partire da settembre, la fluttuazione naturale della temperatura nell’Oceano Pacifico porterà mesi di caldo estremo in Asia meridionale e America centrale con forti piogge sulle Ande.
El Niño è un fenomeno oceanico, ben noto e non eccezionale (ciclico), che si manifesta con aumento della temperatura superficiale del mare al largo delle coste del Perù e dell’Ecuador e, successivamente, con fenomeni meteorologici particolarmente intensi, prima nelle zone circostanti e poi su scala planetaria.
Il fenomeno creerà una preoccupante scarsità nella produzione alimentare globale: le forti piogge che si sono già verificate in India sono state rovinose per la produzione di riso al punto che, per mantenere i consumi interni, è stata vietata l’esportazioni di riso bianco non basmati.
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha già fortemente ridotto la disponibilità di cereali a livello mondiale.
La combinazione di questi eventi, riducendo le disponibilità di prodotti agricoli, oltre che creare seri problemi alimentari immediati per molte popolazione del Pianeta, innescherà ulteriori difficoltà nel settore dell’ allevamento animale… tutto ciò potrebbe far aumentare l’inflazione e determinare le scelte delle banche centrali in tema di tassi di interesse…già elevati a causa degli aumenti energetici.
Nella zona euro, come già segnalato da molti economisti, questa inflazione è in gran parte causata da altri Paesi esterni con cui si intrattengono dei rapporti economici e finanziari e dal conseguente aumento dei prezzi, non da eccesso di consumi o dalla circolazione monetaria interna. In queste condizioni, l’aumento ulteriore dei tassi d’interesse, alimenterà le speculazioni finanziarie, mentre l’inflazione scenderà meno rapidamente rispetto all’impoverimento di gran parte della popolazione.
Si scomoderanno le teorie sul cambiamento climatico, si accuserà la Russia di ricattare il mondo, ma non si cambierà nulla nelle vecchie e inappropriate ricette anti inflazionistiche!
I BRICS hanno abbastanza cannoni (…e non solo) per essere una forza militare globale e hanno così tante materie prime da poter ricattare il mondo, vista anche la candidatura dell’Arabia Saudita. Dispongono di notevoli produzioni agricole, come ad esempio il grano russo e il riso indiano, da poter affrontare ogni deficit alimentare futuro, sia in termini di ulteriori aumenti produttivi, sia per abitudini alimentari meno esigenti: nella cucina di alcuni di questi paesi gli insetti sono già in tavola!
Hanno popolazioni giovani…con veramente tanti giovani! Formano tra loro un mercato interno enorme e con un potenziale ancora maggiore: entro i loro confini nessun prodotto è al punto di aver saturato il potenziale di vendita, semmai hanno enormi fasce di popolazione con l’aspettativa di una vita migliore…con ciò che ne potrà derivare in termini di PIL.
Nell’ultimo ventennio hanno sviluppato ogni tipo d’industria e di tecnologia: hanno invaso il mondo con i loro prodotti e alcuni dei loro manufatti hanno già raggiunto la Luna! Insieme sono una forza che potrebbe far tremare i grassi paesi del G7, già affamati di materie prime; molti dei paesi europei hanno mercati interni oramai maturi…come la loro popolazione!
Con il già avviato processo d’inclusione di altri paesi, i BRICS potrebbero controllare anche aree di primaria importanza geopolitica: il canale di Suez, ad esempio, con la già annunciata candidatura dell’Egitto.
I BRICS dovrebbero preoccupare il mondo Occidentale, tanto più che già minacciano di creare anche una propria unità monetaria, forse lontana, ma eventualmente capace di sostituire il dollaro negli scambi internazionali.
Nessun paese del gruppo BRICS può vantare una democrazia come intesa nel mondo occidentale, ma questo potrebbe essere un vantaggio nella loro crescita programmata: nessuno dei partner si “balocca” con i diritti di questa o di quella minoranza! Quando il benessere diffuso dovesse porre questo tipo di attenzioni…l’Europa sarà già moribonda e occupata da popolazioni Afro-asiatiche.
Anche questi paesi dovranno fare i conti con i cambiamenti climatici, per ora stanno sfruttando le farneticanti fantasie europee fornendo, ai paesi verdi, pannelli solari, auto elettriche e terre rare…naturalmente andando controcorrente in termini di riscaldamento globale e inquinamento. Forse, questi nuovi signori, hanno un maggior pragmatismo e pensano di venire, per le loro future vacanze, a godersi le tutelate oasi mediterranee.
Ci vorrebbe la sfera di cristallo per capire se i BRICS riusciranno ad affermarsi. Sicuramente ad alcuni di questi paesi non manca la cultura né una lunga storia a cui riferirsi…elementi essenziali per il continuo sviluppo di civiltà: loro sembrano scavare nel passato, rivalutandone ogni aspetto utile per la missione di “rivincita”, mentre noi ci siamo messi a criticare la Storia, facendo anche un gran piacere ai popoli emergenti.
Alcuni di questi paesi rischiano però di far emergere dal passato alcune frizioni tra loro, anche se non hanno importanti scheletri colonialisti, non mancano storiche inimicizie o rivalità: I Russi non hanno mai amato i Cinesi e gli Egiziani non digeriscono il benessere sfacciato dei cammellieri sauditi. Problematiche e rivalità, gratta gratta nella Storia e negli usi, potrebbero emergere…questi popoli hanno iniziato solo ora ad “annusarsi”.
Già non mancano rivalità commerciali, come tra Cina e India: due titani ancora in età adolescenziale sulla scena mondiale!
Da non sottovalutare le questioni religiose, anche se oggi non sembrano costituire un problema…e, comunque, il motto “Parigi val bene una messa” (…o in alternativa, una gita alla Mecca) potrebbe avere ancora il suo valore!
Forse, per poter vincere, manca ai BRICS un “padrone”: un paese che possa dettare legge, un poliziotto abbastanza forte da mettere tutti in riga, secondo i propri umori e volontà con ogni tipo di pressione economica e militare…come gli USA nelle riunioni del G7. Paradosso abissale: il primo nemico dei BRICS dovrebbe essere il loro modello, il modello per uno di loro!
Come si muoverà il nostro padrone? Avrà bisogno di rivalutare le colonie europee? Cercherà nuove alleanze a suon di dollari?
Per ora sembrerebbe intenzionato ad indebolire la Russia in una guerra per procura e ad allargare la NATO sino al Pacifico e nell’emisfero australe…cosa ancor più irritante per i BRICS.
Chi vivrà vedrà: forse quello climatico non sarà l’unico cambiamento per il Pianeta.
Quella specie di tuono, di colpo d’ariete, che gonfia le vele sino a tendere i legacci, uniti con le vene dei marinai ancora sui pennoni, riempie i cuori, come paga per il coraggio e la fatica.
Abbiamo lasciato le rive del pianeta per navigare l’universo, eppure sembriamo già smarriti appena mollati gli ormeggi: analfabeti della storia, sembriamo aver perso passione e coraggio, senza più una bussola.
La rotta è tracciata in stanze lontane dove lavorano sofisticati algoritmi e non serve più capire, o almeno guardare, la bellezza delle stelle. Viaggiamo leggeri, con un piccolo cervello come bagaglio a mano…per l’efficienza di non perdere tempo durante gli scali, anche se il viaggio dell’umanità durerà ancora anni luce!
Un viaggio che ci sta portando lontano dai valori che hanno fondato la Civiltà…forse siamo solo alla deriva, abbruttiti dall’arroganza di pochi e dall’ ignoranza o dalla paura dei più.
Non ho letto quel libro e non ne posso dare un giudizio, ho però il sospetto che il contenuto non si limiti ad una becera invettiva contro gay e lesbiche, né semplicemente un attacco ai “negri” dei barconi. Credo che nell’intenzione dell’autore ci sia un’aperta denuncia contro l’uso politico dei “diritti” per scardinare gli equilibri e le logiche di una società che mal si adatta alle regole dell’impero turbo finanziario…un po’ come l’esportazione della democrazia con i bombardamenti! Si parla di diritti delle minoranze per togliere i diritti alle maggioranze. Dove non funzionano o non possono essere usati i bombardamenti si discute dei diritti delle formiche, mettendo in atto una vera e propria inquisizione: bisogna vergognarsi del passato e celebrare idoli decerebrati!!
Dobbiamo pentirci della nostra storia e accogliere gente ignorante e nulla facente per la sostituzione di popoli con nuovi schiavi??!!
Ovviamente i difensori e sostenitori dell’Europa debole e sottomessa al democratico padrone americano, non possono fare altro che attaccare il libro cogliendone gli aspetti più folcloristici o fastidiosi alle teorie del “tutto lecito”!
Abbattere i confini non poteva bastare: occorre abbattere sacrosanti principi per avere un popolo di ebeti che comprano su Amazon, s’informano su Google, parlano attraverso Twitter, pagano solo con carta di credito e vanno a vedere le favole violente d’improponibili super eroi!
Il libro…e non solo quel libro, vuole denunciare un mondo nel quale i valori sono solo quelli dettati dalle borse, non più i valori spirituali o delle cose o dell’ingegno o del lavoro.
Non siamo alla fine della globalizzazione, ma all’inizio della più volgare, meschina e tiranna globalizzazione dell’ignoranza e dell’ egoismo!