Risacca

In mare non ho mai perso un Natale: non ho mai perso l’affetto di chi, lontano, mi ricordava nelle preghiere e nei sogni. Ho parlato alle stelle quando il vento teso mi rubava le lacrime.

Ho teneramente accarezzato i volti cari, mentre il sapore del ferro accompagnava le mie notti e suoni di sale mi baciavano le labbra: il buio e la risacca dei ricordi mi riempivano il cuore. Nell’immenso misuravo la mia forza e le mie debolezze. Forse, pensando a casa, parlavo con Dio.

La notte era fredda, ma non ho mai perso un sorriso…perché Natale era ogni volta che tornavo a casa.

Romano

Romano Pisciotti

4 commenti su “Risacca”

  1. Caro Romano , non voglio sembrare altezzoso o peggio superbo , ma quello che hai scritto oltre che bellissimo e nel quale mi ritrovo può essere capito è sentito al meglio solo da chi come noi ha navigato e ai propri cari che hanno condiviso la lontananza le partenze e i ritorni . Come dicono a Napoli , avere il cuore nello zucchero , quello è ciò che si provava al ritorno . L’abbraccio dei Cari con qualche capello bianco in più e qualche nuova ruga , ti facevano sentire un po’ colpevole nel non aver condiviso con loro il tempo trascorso ma era troppa la felicità del ritorno . La nostra vita è sempre stata una attesa. Attesa di partire , attesa di arrivare , attesa di ritornare attesa di rivedere e riabbracciare i nostri Cari

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