M’ama, non m’ama

La favola bella dell’Europa sta diventando un incubo…sembriamo essere imbrigliati in un sistema finanziario impegnato ad alimentare la globalizzazione mondiale a spese dei cittadini europei…o di alcuni cittadini europei.

La Grande Europa della cultura, della scienza e dell’abbondanza, che prometteva un futuro migliore (…e per la quale saremmo stati disposti a qualche sacrificio) sembra essere incapace di gestire il quotidiano della politica, persa in discussioni senza conclusione, burocrazia, costi esorbitanti, annunci e tanto fumo.

Il “mercato” sembra aver preso il sopravvento e ha conquistato cuore e cervello di una fragile Europa…mantenendo gli Stati in una perenne fibrillazione più dannosa di un conflitto…altro che pace garantita!

Una tarantella di buoni propositi maschera l’incapacità e la prosopopea dei governanti.

L’Europa moderna, i cui padri hanno fatto la storia del mondo, balbetta in politica estera e perde dignità inseguendo la parità di bilancio, come se i mercati dovessero gestire la politica e non viceversa.

Abbiamo “accettato” la moneta unica, illusi di poter costruire una casa comune partendo dal tetto!

Si sono imposte (alcune) regole uguali in economie diverse (… fossero solo le economie a essere diverse!) e abbiamo lasciato diverse le regole che andavano unificate, favorendo alcuni Stati, favorendo la diaspora delle aziende e delle persone (nuova emigrazione); non abbiamo creato dei “vasi compensatori” o un “welfare” comune…ci siamo “buttati” senza paracadute in un’impresa più grande degli omuncoli che la vogliono dirigere; l’Europa dei giganti della Storia non esiste più.

Stiamo scoprendo che, tra gli Stati, sono più gli elementi di divisione che di unione: primo tra tutti la gerarchia dei paesi (che dovrebbe essere abolita); si vota all’unanimità ogni provvedimento, ma si fanno accordi sottobanco…e qualcuno può decidere più di altri.

Le banche tedesche (…e non solo) hanno speculato sulla crisi greca, la Francia ci ha portati nella catastrofe libica, non riusciamo a gestire l’invasione dei clandestini e ancor meno riusciamo a gestire i (pochi) profughi veri.

Ora vogliamo “più” Europa per cambiare questa Europa: politica estera univoca, forze armate comuni, ecc. …come se volessimo salvare qualcuno dall’annegamento tirandogli un secchio d’acqua.

Forse ci vorrebbe “meno” Europa, con regole snelle e paletti ben precisi; per decenni aveva funzionato bene la Comunità Europea, ora stiamo annegando tra burocrazia e giochi di potere lobbistici.

Noi, in Italia, abbiamo tanti problemi e i nostri politici non hanno fatto gli interessi dei connazionali, come hanno saputo fare in quest’arrembaggio al potere, i politici di altri paesi. (…e tutti hanno sbagliato)

Davvero, ora, pensiamo che la Francia (unica potenza atomica nucleare della UE …dopo la BREXIT) rimetterà a Bruxelles i codici nucleari dei propri armamenti? No di certo, dunque qualcuno continuerà ad avere l’ultima parola.

Non si mettono in comune i codici, il debito pubblico o qualsiasi altra cosa che non giovi agli europeisti della domenica, ma si dividono spese e oneri.

Non si sono ancora trovate le radici comuni di questa Europa (…dalle quali potremmo partire per un progetto comune) come possiamo pensare di trovarne i frutti?

I popoli amano ancora il concetto d’Europa o, più probabilmente, hanno capito che il processo non è reversibile; forse si sono rassegnati a perdere le loro identità per qualche cosa di positivo che, per i più, stenta ad apparire.

Sicuramente, quest’Europa non ama la sua gente.

…Cina e America se la ridono.

di Romano Pisciotti

Romano Pisciotti

 

 

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