LETTERA APERTA A MONSIGNOR RASPANTI

RACCOLGO, COPIO E INCOLLO LA SEGUENTE LETTERA:

LETTERA APERTA AL VESCOVO DI ACIREALE,
MONSIGNOR NINO RASPANTI

Le scrivo queste righe mentre l’alito schifoso della guerra sta ammorbando le nostre vite, mentre leggiamo di altri lutti causati dalla pandemia. Tutto rende il futuro ancor più precario. Mi sembra di rivivere ciò che i nostri nonni hanno sofferto, schiacciati tra l’incudine della pandemia, la cosiddetta spagnola, e il martello della guerra. A rendere più assurda la Storia fu il ripetersi del secondo conflitto, combattuto dai nostri padri…ora, viviamo noi momenti d’ansia e di dolore!

Se l’Umanità è destinata a estinguersi sotto un meteorite atomico…ci rimarrà solo la Pietà Divina, ma non credo che a tanto si spingerà la stupidità umana: gli uomini di buon senso e di buona volontà popolano ancora la Terra.

Mi rifiuto di trovare un colpevole di tutto ciò perché colpevoli sono, siamo, tutti: sia chi ha causato le tensioni, sia chi ha reagito violentemente alle provocazioni e chi non è riuscito a trovare una soluzione diplomatica tra i contendenti. Comunque si guardi sono sempre e solo interessi contro altri interessi. In questa situazione è inutile chiedere a Dio come possa permettere un tale disastro…stiamo scendendo all’inferno con le nostre gambe!

Non solo le nostre preghiere serviranno a portarci fuori da questo ennesimo guado, dobbiamo armarci di una forte determinazione e di fede…così fu per i nostri padri, così dovrà essere per noi: guardare al futuro possibile!

Io ricordo di aver letto un episodio, riferito al secondo conflitto mondiale, che ben dimostra la voglia di futuro… lo trovo significativo per dimostrare la capacità dell’uomo di guardare sempre al futuro, che è il miglior modo per assicurarsi e trovare, appunto, un futuro.
Mi riferisco, in breve, alle foto riguardanti il dissotterramento di un trattore FIAT sepolto, durante l’occupazione tedesca, dagli stessi operai dell’azienda. Il trattore era un nuovo prototipo, tecnicamente avanzato e già predisposto alla produzione che fu nascosto, sotterrandolo, per non farlo cadere nelle mani del nemico. Non penso che i tedeschi fossero interessati ai trattori agricoli in quei drammatici momenti (drammatici per tutti)…dunque che cosa ci insegna questo racconto?
Ci parla di futuro possibile…sotto i bombardamenti degli Alleati e braccati dall’occupazione tedesca, quegli operai ci lasciano un messaggio: la notte, per buia che possa essere, è seguita dall’alba di resurrezione, fede e volontà! Quegli operai, afflitti già da ogni flagello, pensavano a cosa produrre…passata la notte.

Per nostra fortuna, per pur preoccupanti e laceranti possano essere le ore che viviamo, non siamo ancora scesi così infondo da dover sotterrare i nostri tesori in attesa di tempi migliori.

Sono sicuro che respingeremo il peggio.

Credo che il Suo impegno nella Diocesi (…e non solo) sia un segno di quotidiana Carità e il Suo nuovo incarico lo sento come una delle vie della Provvidenza.

Personalmente non chiederò agli operai di sotterrare alcunché, ma chiedo agli imprenditori di buona volontà di non arrendersi, di non scoraggiarsi malgrado le tante pressioni negative che subiscono non solo dai venti di guerra.

Nella nostra bella Sicilia, le difficoltà sono così radicate da essere diventate (…quasi) croniche, ma è altrettanto vero che il Padre Eterno ha forgiato e temprato i siciliani tra la lava dell’Etna (fuoco di nuova vita) e le acque del generoso Mediterraneo.

Tutti, ma soprattutto i cattolici devono unirsi per assicurare un sano futuro alla Sicilia e a tutto il nostro Paese, gli imprenditori siciliani devono essere testimoni di Fede e Progresso.
Io metterò a disposizione l’esperienza e la passione per formare un gruppo di esperti che, abbandonate le solite e sterili liturgie di marketing, potrà essere fertilizzante per la crescita delle attività: studiando, analizzando e proiettando nel futuro lavoro e benessere.

La Chiesa è radice di Storia e può (…e deve) essere germoglio per nuovi frutti: un cattolico sa bene che solo un miracolo può moltiplicare il pane e i pesci, ma sa che deve rammendare e preparare le reti per la pesca…speriamo anch’essa miracolosa.

Lei ha portato nella sua Diocesi dibattiti di scienza e di vita e, ne sono sicuro, Lei potrà essere baricentro di pace e prosperità rivolgendosi ai tanti uomini di buona volontà.

Con Fede,
Un credente siciliano

RACCOLTA DA ROMANO PISCIOTTI

Antonino Raspanti è un vescovo cattolico italiano, dal 26 luglio 2011 vescovo di Acireale, dal 24 maggio 2017 vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana e dall’8 marzo 2022 presidente della Conferenza episcopale siciliana.