Il 4 Novembre, da ragazzino, era per me una festa: capivo poco di guerre, vittorie, dolore e onore… ma ero emozionato quando, con mio padre, andavo a visitare le caserme e potevo, quasi, giocare intorno ad un cannone o salire su un carro armato! I racconti di mio padre hanno accompagnato la mia infanzia, solo dopo anni ho capito il valore di quelle parole.
Mio padre, con molti, ha diviso le sofferenze dell’ultimo conflitto e mi ha lasciato le più vere, e vissute, storie di guerra e di uomini; mi ha lasciato la fede e l’amore per valori che ho onorato nel giuramento gridato sul piazzale dell’Accademia Navale a Livorno, tanti anni fa. Quel giorno mio padre era, orgogliosamente, con tutta la mia famiglia, a quel giuramento: quel giorno era lui quello emozionato!! Non era più un gioco: era la gioia per un figlio adulto che giurava di difendere i diritti di un popolo.
Quel giorno non c’erano cannoni ma giovani stupendi, stretti tra di loro, come un muro, a difesa di tutto ciò in cui credevano. La bandiera era un simbolo: con i suoi colori e la sua storia era lo stendardo del nostro futuro; la Patria era ciò che, prima di noi, altri giovani avevano costruito: vincolo di valori comuni, lingua, storia, passioni e modi.
Non ho giurato, non abbiamo giurato, per acclamare la guerra o per sfilare in divisa; abbiamo creduto, e credo, in valori che oggi sembrano essere merce di poco valore: i diritti della gente!
…Di così poco conto che è stata svenduta la sovranità dei popoli, annegata in una globalizzazione priva di valori sociali; di così poco conto d’aver svuotato la famiglia, la scuola, la giustizia e le tradizioni nel nome d’idoli pagani; abbiamo ceduto la nostra vita e la nostra intelligenza ai “social”, abbiamo trasformato le banche in centri d’affari privi di controllo, abbiamo trasformato le fabbriche in carta da impacchettare in Borsa e da spacchettare sui mercati di un mondo che sembra aver perso ogni equilibrio, ubriacato dal mito della crescita continua, in un globo che ha i limiti imposti dalla Natura, non già dalla capacità produttiva delle multinazionali.
Si è combattuto per il diritto alla libertà, si deve combattere per difendere ciò in cui crediamo, si deve combattere per difendere una Costituzione che garantisce il diritto alla pace, al lavoro…alla vita; si combatte per difendersi dai soprusi, per difendere le nostre memorie e per assicurare un futuro, a chi ci seguirà, degno d’essere vissuto.
Si combatte per difendere i confini…quelli del buon senso, contro le favole di vite migliori a “low cost”.
Qualcuno ci ricorda che “nulla è gratis, se è gratis, la merce sei tu!”
Il 4 Novembre è la festa della Vittoria per un popolo che, perdendo il coraggio di combattere, sta per essere sconfitto.
Romano Pisciotti
Grande! Bellissime considerazioni, che condivido totalmente. Buon 4 Novembre, Romano!
Grazie Ammiraglio…ero sicuro che avresti condiviso il mio pensiero. Un abbraccio
Mi hai commosso. Sono i valori per i quali sono cresciuto anch’ io. Tutto il mio affetto per avermelo ricordato.
un abbraccio
Il 4 novembre mio padre mi portava al porto a visitare le navi da guerra che solo in quel giorno era possibile vedere . Forse anche per quello ho scelto di diventare uomo di mare . Mi ricordo che quando la banda militare suonava l’inno ,mi veniva da piangere . Oggi mi commuovo .
Speriamo di continuare a commuoverci…di gioia e passione