L’anima a Nettuno

Una nave

che affonda

in lenta agonia

cede l’anima

a Nettuno

con urla

di lamiere

e pause di silenzi

piene di dolore.

Ferita mortalmente

abbassa la prua

verso la paura

del profondo buio.

Abbandonata

dagli uomini

al destino eterno

del freddo

dell’abisso,

cede al peso

della vergogna

e del rimpianto.

Il tempo affonderà

anche il ricordo

di bandiere,

d’orizzonti infiniti

e l’orgoglio

di un nome.

Solo qualcuno porterà

il dolore del rimorso

o la rabbia contro

un destino avverso,

fino a quando

anche il suo cuore

diventerà ruggine.

 

Romano Pisciotti

6 commenti su “L’anima a Nettuno”

  1. Caro Romano , queste mie parole non sono sufficienti a esprimere come il tuo scritto mi abbia colpito . L’ho letto tutto d’un fiato . Alla fine ho respirato e mi sono ritrovato a galla , fortunatamente . Un caro abbraccio amico di sempre

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