Barbie al botteghino.

Non faccio l’indovino e non saprei dire se le stime d’incasso milionario per il film Barbie si riveleranno esatte, anche se si può prevedere un gran successo, già confermato nei primi giorni di programmazione negli USA.

Io faccio già fatica a capire il successo di una bambola anoressica che ha vestito i panni di ogni possibile declinazione del vuoto assoluto, ben accompagnata da   Ken, il fidanzato asessuato, interprete maschile del nulla.

Io giocavo con i soldatini e adoravo le macchinine, ma quelle bambole di pezza, o i vari bambolotti piagnucolosi che balbettavano “mamma”, hanno riempito i fantasiosi giochi di molte mie coetanee e di tutte le bambine che le hanno precedute…altri tempi!

…Poi, qualcuno deve aver visto, nel prototipo di un’oca integrale, l’emancipazione della donna, la liberazione dei costumi, la società moderna, il nuovo secolo globalizzato…e tutte le rappresentazioni possibili del “nuovo”.

Qualcuno ha visto anche la stupidità umana? Il consumismo? La pochezza di spirito? 

Ho conosciuto tante ragazze e conosco tante ex ragazze, signore mature, che fortunatamente, poco assomigliano al modello Barbie, come ben pochi amici hanno intrapreso il ruolo di Ken.

Laureate al servizio del mondo o mamme meravigliose…laureate e mamme meravigliose!

Avranno anche giocato con una Barbie, ma hanno seguito altri modelli. 

Sono rimaste Barbie le aspiranti veline o le inseguitrici della Ferragni, come sono rimasti alcuni stupidi Ken della situazione. 

Ma se la modella di “biondo vestita” non ha ispirato le moderne amazzoni: astronaute, insegnanti, eccetera…da dove viene il successo di questo film?

La vera Barbie è nata nel ‘59, ma le sue vittime sono nate nel ventunesimo secolo?!

Romano Pisciotti