L’ARROGANZA DELLE IDEE

Quando frequentavo le scuole medie, un’era geologica fa, i mie genitori lavoravano entrambi, così, dopo la scuola, raggiungevo la vicina abitazione della nonna; presto fu chiaro ai miei che la troppa accondiscendenza della nonna non favoriva il tempo dello studio e decisero che, nel pomeriggio, avrei frequentato una specie di doposcuola presso l’abitazione di un anziano professore, già in pensione, che accoglieva, più per passione che per lucro, studenti di ogni età.

Ricordo bene quel grande salone, dove il professore assisteva ragazzi più grandi di me, passando dal greco per i liceali alla contabilità per i ragionieri…io, forse un po’ la mascotte del gruppo, mi limitavo a qualche semplice esercizio di grammatica e matematica.

 In quei pomeriggi non mancava nulla: dai bisticci del professore con la moglie, la quale vigilava sul numero di “Nazionali” spipazzate dal marito, alle incursioni del gattone di casa in cerca di coccole, agli affascinanti racconti di vita vissuta ai quali il professore, ogni tanto, si abbandonava.



Alcuni racconti mi sono rimasti nella mente e li ricordo bene, tra questi la drammatica narrazione della ritirata dell’Esercito Italiano dalla Russia, vissuta dal professore come giovane tenente.



Fortunatamente per i nostri soldati, l’incalzare dei Russi lanciati all’inseguimento delle colonne dell’Asse, appariva, nei racconti del professore, più devastante per i soldati tedeschi…anche se il gelo e la fame fecero anche peggio della vendetta russa.
 Ben vivo era il ricordo della provvidenziale e inaspettata accoglienza offerta al piccolo e isolato drappello di soldati italiani: la miseria di quelle poche case non fermò la pietà e i soldati furono rifocillati e riscaldati, più dal tenero senso cristiano che dal poverissimo (…e ben poco) cibo condiviso.



Negli anni ho aggiunto altri racconti e letture che hanno confermato esperienze simili vissute da molti dei nostri soldati.
 Forse anche per la devastazione fisica e morale subita, alcuni militi italiani, al primo contatto di ritrovata umanità, preferirono fermarsi in quei territori… come narrazioni cinematografiche hanno ulteriormente messo in scena, distaccandosi dal mito e dalle credenze sensoriali di spose rimaste sole in Italia.



Andando a ritroso nel tempo troviamo fatti storici e tendenze che hanno certamente plasmato legami tra il popolo italiano e quello russo, sin da prima che gli italiani si riconoscessero in una nazione e i russi nell’Unione Sovietica: i legami tra Genova e Venezia negli antichi commerci, le diplomazie, gli scambi culturali, l’amore per l’arte, la danza e l’opera… così via da secoli, sino alla nascita del più grande partito comunista dell’Occidente (PCI), alla FIAT 124 costruita in Russia e, con meno gloria ma intatto spirito, lo spopolare delle canzonette italiana nei paesi dell’Est. Persino la cortina di ferro fu meno impermeabile al gusto, alla bellezza e al commercio italico!



La storia rimane scritta più spesso sul ghiaccio che nella pietra e i fatti, come i misfatti, ci hanno portato ad alleanze molto lontane da quel primo riconoscimento del neonato Regno d’Italia da parte dell’Impero Russo (1862).


L’Italia fascista fu tra i principali acquirenti di petrolio sovietico tra il 1925 e il 1935, dimostrando come le differenze ideologiche non impedissero lo sviluppo di fruttuosi rapporti economici tra i due Paesi. Purtroppo il secondo conflitto mondiale portò l’Italia a combattere, con gli esiti di cui sopra, a fianco della Germania di Hitler contro l’URSS segnando il punto più basso delle relazioni tra Mosca e Roma, dopo il fallimento della possibile intesa con Stalin tentata da Mussolini, tra il 1939 e il 1941, per smarcarsi dal controllo tedesco.



Siamo lontani da quei tempi, siamo lontani anche dai tempi della Guerra Fredda, ma i carri armati russi hanno ripreso a rombare, muscolosi e aggressivi.



Sono anni che l’Unione Europea persegue l’estensione dei suoi confini a est, non sempre a beneficio dell’economia italiana, sicuramente perseguendo le dottrine dell’economia globale.
 L’economia cammina, troppo spesso, poggiando anche su esercizi di potenza militare, pratica ben sviluppata dagli USA nella nuova interpretazione dell’Impero e della Pax Romana.
 Forse l’Ucraina è stata illusa dal miraggio di nuove alleanze con promesse economiche e militari…forse le promesse erano una trappola per l’orso siberiano diventato troppo grasso… forse si è giocato d’azzardo pensando che in tutto il mondo esista un pensiero unico.



Subiremo il riflusso delle pesanti sanzioni applicate alla Russia, che lasceranno indenni gli Stati Uniti, ma questo è ancora un problema gestibile. Se continueremo a non vedere, in questa tragica vicenda, anche le responsabilità degli USA, dell’Europa e dello stesso Governo ucraino rischiamo di partire per una crociata…senza ritorno.



Caro vecchio professore, uomo buono e onesto, se un Dio esiste, ti avrà accolto malgrado qualche tua divergenza dalla pratica religiosa.
 Tu guidavi i tuoi allievi al ragionamento, senza fermarsi alle dottrine e alla propaganda o alle facili emozioni del momento. Oggi, qui, studiamo poco la storia e ancor meno la filosofia e il greco o il latino; oggi andiamo di corsa, anzi di fretta, e amiamo il precotto e il preconfezionato…anche per la comunicazione, il che non sarebbe del tutto una novità se i deficienti cognitivi non fossero diventati una pericolosa maggioranza.
 

Tu che hai vissuto la povertà e la carità, insegnavi l’umiltà…oggi dispersa nell’arroganza delle idee.

Romano Pisciotti