Andrea Doria

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Coordinate: 40°29′30″N 69°50′36″W (Mappa)

T/N Andrea Doria
Andrea Doria x.jpg
Descrizione generale
Civil Ensign of Italy.svg
Tipo transatlantico
Proprietà Italia di Navigazione
Porto di registrazione Genova
Identificazione Indicativo di chiamata radioITU:

India
I
Charlie
C
Echo
E
Hotel
H
(India-Charlie-Echo-Hotel)

Numero IMO: 5607742

Costruttori Ansaldo
Cantiere Sestri Ponente (GE), Italia
Impostazione 9 febbraio 1950
Varo 16 giugno 1951
Madrina Giuseppina Bollani Saragat
Entrata in servizio 14 gennaio 1953
Destino finale naufragata il 26 luglio 1956a seguito dello speronamento della Stockholm
Caratteristiche generali
Stazza lorda 29950 tsl
Lunghezza 213,59 m
Larghezza 27,4 m
Pescaggio 9,24 m
Velocità 23 nodi (42,6 km/h) di esercizio, massima 26,44 nodi
Equipaggio 580
Passeggeri 1.241
[1][2]
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L’Andrea Doria è stato un transatlantico dell’Italia – Società di Navigazione, gruppo IRIFinmare, meglio conosciuta nel mondo della navigazione internazionale come “Italian Line“. Costruito ai cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri Ponente, fu varato il 16 giugno 1951 ed effettuò il suo viaggio inaugurale il 14 gennaio 1953.

La turbonave prese il suo nome dall’ammiraglio ligure del XVI secolo, Andrea Doria. Strutturata su 11 ponti.[3], poteva ospitare fino a 1241 passeggeri e, quando venne varata, rappresentava uno dei motivi d’orgoglio dell’Italia[4] che stava allora cercando di ricostruire la propria reputazione dopo la seconda guerra mondiale. Degna erede dei transatlantici degli anni trenta, l’Andrea Doria era considerata la più bella nave passeggeri della flotta italiana di linea[5] ed era apprezzata ancora più per la sicurezza e la bellezza dei suoi interni di lusso, che la facevano preferire a molti altri transatlantici di altre compagnie Internazionali.

Il 25 luglio del 1956, mentre era diretta a New York, l’Andrea Doria si scontrò, a largo della costa di Nantucket, con il mercantile svedese Stockholm della Swedish America Line, in quello che fu uno dei più famosi e controversi disastri marittimi della storia.

Morirono 5 passeggeri della Stockholm e 46 dell’Andrea Doria[6] per la maggior parte alloggiati nelle cabine investite dalla prua della nave svedese. Il transatlantico, con una murata completamente squarciata, si coricò su un fianco e affondò la mattina di giovedì 26 luglio 1956, alle ore 10:15, dopo 11 ore dalla collisione, davanti alle coste statunitensi. L’inclinazione della nave rese inutilizzabili metà delle lance di salvataggio, tutte quelle sul lato opposto a quello della collisione. Ciò nonostante, vi fu una sola altra vittima, oltre a quelle dovute alla collisione: in seguito al disastro del Titanic del 1912 erano state migliorate le procedure di comunicazione di emergenza e si poterono chiamare altre navi in soccorso; inoltre le manovre di evacuazione furono rapide ed efficaci.

L’incidente ricevette una grande copertura dai media: l’Andrea Doria fu l’ultimo grande transatlantico a naufragare prima che l’aereo si imponesse come mezzo di trasporto per passeggeri per le traversate dell’oceano Atlantico, mettendo fuori gioco il trasporto per nave.

Il relitto dell’Andrea Doria, mai recuperato, giace tuttora posato sul fianco di dritta a una profondità di 75 metri. Le esplorazioni più recenti hanno constatato come nel corso degli anni il materiale di pregio sia stato razziato da sommozzatori non autorizzati.

Gemello dell’Andrea Doria era il Cristoforo Colombo, varato nel 1952 e smantellato nel 1982. L’unità fu sostituita dal Leonardo da Vinci, molto simile nell’aspetto, ma con alcuni accorgimenti tecnici apportati dopo l’esperienza del naufragio.

Ero troppo giovane per ricordarmi di questa nave e della sua tragica fine, ma il suo dramma, ancor oggi, mi riempie di rammarico e tristezza, specialmente pensando al suo Comandante che venne ingiustamente accusato di negligenza: il Capitano Calamai è stato riabilitato dalla storia e vive nel cuore di tutti i marinai con la sua meravigliosa e sfortunata nave.

Romano Pisciotti