Carissimo Ammiraglio,
Nel giorno dell’insediamento al più alto Comando della Marina, lei ha voluto ricordare i suoi sfortunati compagni di corso: un abbraccio a quei ragazzi che in uno schianto lasciarono sospesi i loro sogni…la sua dedica e il suo impegno futuro restituiranno a tutti noi il battito delle loro passioni.
Troppo “facile” sarebbe stato ricordare i morti nella gloria del sacrificio in battaglia: le loro gesta sono celebrate nella commozione di drammatiche sconfitte e nel trionfo di vittoriose imprese; il loro sacrificio è nel mito, nelle nostre anime, ma è lontano dal nostro quotidiano…gli eroi non invecchiano, ma la clessidra del tempo copre inesorabilmente il loro ricordo trasformandolo in Storia.
Il pensiero ai suoi compagni di corso (…senza retorica) ha accompagnato la sua carriera: amici, volti noti, coetanei…frutti dello stesso albero, colti prematuramente.
Ben immagino il suo dolore, che tutti noi possiamo condividere, ma solo lei, loro compagno giunto al Comando più alto, ha potuto scrivere nel futuro i nomi di quei ragazzi.
Grazie e Buon lavoro,
Romano Pisciotti
Non flutti di tempesta
ne un soverchio nemico
ma il destino avverso
colpì le giovani membra
gelando sogni e speranze.
Fumo, rottami e terra
e le verdi passioni
sparse su quel crinale
nel lampo della morte
che acceca ogni attesa.
Romano Pisciotti
Storia triste, ma ancora più triste sapere che ci sono voluti 40 anni , dopo ricorsi al Tar, affinché lo stato riconoscesse indennizzo ai familiari o aventi diritto . Si parla di circa centomila euro. Questo è il così detto capitale umano . Mah…