ONORE

Carissimo Ammiraglio,

Nel giorno dell’insediamento al più alto Comando della Marina, lei ha voluto ricordare i suoi sfortunati compagni di corso: un abbraccio a quei ragazzi che in uno schianto lasciarono sospesi i loro sogni…la sua dedica e il suo impegno futuro restituiranno a tutti noi il battito delle loro passioni.

Troppo “facile” sarebbe stato ricordare i morti nella gloria del sacrificio in battaglia: le loro gesta sono celebrate nella commozione di drammatiche sconfitte e nel trionfo di vittoriose imprese; il loro sacrificio è nel mito, nelle nostre anime, ma è lontano dal nostro quotidiano…gli eroi non invecchiano, ma la clessidra del tempo copre inesorabilmente il loro ricordo trasformandolo in Storia.

Il pensiero ai suoi compagni di corso (…senza retorica) ha accompagnato la sua carriera: amici, volti noti, coetanei…frutti dello stesso albero, colti prematuramente.

Ben immagino il suo dolore, che tutti noi possiamo condividere, ma solo lei, loro compagno giunto al Comando più alto, ha potuto scrivere nel futuro i nomi di quei ragazzi.

Grazie e Buon lavoro,

Romano Pisciotti

Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone
Navy
…forse in Accademia ci siamo sfiorati

Non flutti di tempesta

ne un soverchio nemico

ma il destino avverso

colpì le giovani membra

gelando sogni e speranze.

Fumo, rottami e terra

e le verdi passioni

sparse su quel crinale

nel lampo della morte

che acceca ogni attesa.

Romano Pisciotti

9 settembre

Il 9 settembre la Marina Militare celebra e ricorda tutti i marinai caduti in mare.
Nelle pagine della marineria italiana non mancano atti eroici, trionfi pagati con il valore e con la vita, ma il 9 settembre del 1943 non ci fu nessuna vittoria: in quella data l’affondamento della Corazzata Roma e la scomparsa di oltre mille marinai.


I fatti di quella giornata si possono riassumere così: gli accordi dell’armistizio prevedevano la consegna della flotta a Malta; l’Ammiraglio Bergamini, ubbidiente (probabilmente più perplesso che convinto) prese il mare con la flotta, sconfitta ma ancora poderosa.

Il convoglio fu attaccato da bombardieri tedeschi che colpirono e affondarono la corazzata Roma.
Non è mio intento commentare l’evento, ma alcuni analisti attribuiscono il nefasto epilogo anche ad una reazione, da parte del nostro convoglio, non ben coordinata forse a causa di precedenti ordini contraddittori e alla confusione creata dal rapido mutare degli eventi.
Sicuramente il 9 settembre è una data nefasta che la nostra Marina ha scelto a ricordo dei caduti in mare.
Ci vuole coraggio e fierezza per scegliere una data, non solo triste, ma anche simbolo di sconfitta, di tragica amarezza: quella data segna l’inizio di un periodo buio della nostra storia, l’inizio di sofferenze inimmaginabili per tutto il popolo italiano e il lento affondare dell’intero Paese nei gorghi di una guerra, da quel momento, senza quartiere, per i più, nella situazione di subire i successivi drammatici eventi bellici.
Oggi, la nostra Marina vanta una delle migliori flotte al mondo e può guardare con dignità alla sua lunga storia, può ricordare i suoi momenti gloriosi e le sue ferite…può ricordare tutti (…tutti!!) i suoi morti abbracciandoli in un gesto devoto.

 

Romano Pisciotti