Tripadvisor: le bufale

Federalberghi punta il dito contro la recensioni di Tripadvisor, ritenendole poco affidabili, e sollecita l’Antitrust a intervenire. In particolare la federazione delle associazioni italiane alberghi e turismo indica una pagina di Tripadvisor in cui si parla dell’hotel Regency di Roma. Un albergo chiuso nel 2007, ricorda l’associazione, ma Tripadvisor continua “tranquillamente ad accettare recensioni sulla struttura, a conferma che il famoso sito americano non effettua nemmeno un controllo minimo”.

“Per capire che si tratta di una bufala – si legge nella nota di Federalberghi – sarebbe bastato uno sguardo al contenuto della recensione. Nonostante il cliente affermi che ci sono i lucchetti alle porte, che non c’è personale, che non ci sono ospiti, il sito accetta la dichiarazione attestante il soggiorno nel mese di giugno 2014 e pubblica il relativo giudizio”.

Tripadvisor sostiene che le recensioni fasulle riguarderebbero una minoranza dei casi, ma Federalberghi rimarca che secondo i dati forniti dai ricercatori di Gartner la percentuale si attesterebbe tra il 10% ed il 14%. “Ciò significa che, se Tripadvisor pubblica più di cento milioni di recensioni, quasi quindici milioni sono “truccate” – osserva l’associazione – In ogni caso, anche un singolo episodio, che a Tripadvisor può sembrare poca cosa, assume una dimensione rilevante per il cliente o per l’impresa che vede compromessa la propria reputazione”.

Federalberghi contro le recensioni di Tripadvisor, “ennesima bufala”

 

Il Tribunale di Lecce ha condannato a nove mesi di carcere, senza sospensione condizionale della pena, e al pagamento di 8 mila euro come risarcimento del danno e rimborso di spese legali in favore di TripAdvisor, il titolare dell’azienda PromoSalento, colpevole di aver utilizzato identità fasulle, compiendo così il reato di sostituzione di persona, al fine di commettere delle truffe. Il titolare di PromoSalento, infatti, vendeva a operatori del settore dell’ospitalità pacchetti di recensioni false per migliorare il loro profilo su TripAdvisor, che poi procedeva a pubblicare sul portale.

Con la sentenza n. 4976, pubblicata il 15 luglio 2019, il Consiglio di Stato ha parzialmente accolto l’appello proposto dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in riforma della sentenza del TAR Lazio, confermando la condanna di Tripadvisor per la pratica commerciale scorretta consistente nella diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni pubblicate sul sito internet www.tripadvisor.it.

 

 

Presentato da Romano Pisciotti

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