Sono semplicemente dei giochi per bambini da usare nel parco con un piede a terra che spinge in sicurezza.
I monopattini nelle nostre vite non sono piovuti dal cielo, non sono arrivati per caso. In diversi posti nel mondo sono nate alcune startup che hanno capito che il principio del car sharing si poteva applicare anche a bici e “scooter elettrici” (all’estero i monopattini vengono chiamati così): trovi quello più vicino a te con lo smartphone e sempre con lo smartphone lo sblocchi e paghi la corsa. C’è voluto non poco lo scorso anno per approvare una norma che li rendesse legali, tipo le biciclette, e nel giro di pochi mesi le startup hanno fatto accordi con i sindaci delle nostre principali città smaniosi di poter dire “dopo il coronavirus nulla sarà come prima”. Come se bastasse una manciata di monopattini a far sparire il traffico. Il governo poi, in una smania di “nuovismo”, ha anche messo sul tavolo un ecobonus importante per chi ne acquista uno personale, inserendolo nel ‘Decreto rilancio’, come se dalla crisi si potesse uscire zigzagando su due (piccole) ruote.
Va bene la mobilità intelligente. D’accordo la sostenibilità. Evviva tutto quello che un giorno renderà le nostre città meno ingolfate di smog. Ma credo che questa faccenda dei monopattini elettrici ci stia sfuggendo di mano.
https://www.repubblica.it/dossier/stazione-futuro-riccardo-luna/2020/08/05/news/monopattini_che_cosa_abbiamo_sbagliato-263765718/
Presentato da Romano Pisciotti