Nel mondo, milioni di persone vivono con due dollari il giorno e ancora più persone sperano di poter arrivare a guadagnare due dollari il giorno, altri ancora non hanno neppure la speranza e altri ancora neppure sanno che cosa sia il dollaro.
I ragazzi che si sono schiantati con il pulmino in Puglia, probabilmente, guadagnavano cinque euro il giorno e viaggiavano su un pulmino meno scassato di quelli che costituiscono la logistica del trasporto in gran parte dell’Africa, movimentando persone pigiate insieme a bagagli e animali.
I sostenitori della globalizzazione ritengono un successo l’aumento dell’economia e del benessere mondiale: in effetti, cinque euro il giorno, per pochi “fortunati”, sono un bel successo.
In Italia pensavamo di aver sradicato la piaga del caporalato, ma i nuovi schiavi (non tutti provenienti da paesi lontani) ci ricordano le loro pene, mentre la teoria post-industriale ci spiega che la competizione fa bene all’economia.
Forse la vera piaga è la globalizzazione che si regge su una guerra tra poveri e sul mito del “low cost”…poco importa se il conto finale costa la perdita del lavoro, dei diritti, della dignità e, per non pochi, anche la perdita della vita.
Gli ipocriti si preoccupano di mandare delle navi a ricuperare i naufraghi, ignorando che la gente non annega nel Mediterraneo, ma in un mondo che ha perso, se ne aveva, ogni logica…se non quella degli algoritmi e della finanza fantasiosa.
Vittime non sono solo i morti…il camionista che guidava il TIR, contro il quale i giovani africani si sono schiantati, sarà rovinato per tutta la vita: gli incubi lo tormenteranno.
Sicuramente, il fatto, è “solo” un incidente, si potrà catalogare come danno collaterale di una guerra di cui non si vede la fine.
Anche ai “piani alti” la recessione, causata da uno stravolgimento dei solidi fattori che hanno governato l’economia per secoli, non concede tregua: la ricchezza della generazione dei baby boomers è svanita. Chi è nato tra il 1945 e il 1964, sia in Europa sia nella “ricca” America, si è visto diminuire il potere d’acquisto delle pensioni, aumentare le spese mediche, diminuire il valore dei risparmi investiti in immobili e sta subendo ogni tipo di vessazione finanziaria da Stati sempre più arroganti e Banche sempre più legate al mondo finanziario privato.
Dati alla mano, il numero di persone che hanno dichiarato bancarotta è stato, ultimamente, il triplo di quello del 1991 (studio The Bankruptcy Project): la generazione del baby boom sta invecchiando peggio dei loro genitori. Il dramma è per le nuove generazioni che, mentre ci si riempie la bocca dei miracoli della tecnologia, non riescono a trarre concreti benefici per la vita quotidiana da questo mondo “veloce” e “piatto”
Forse si andrà presto su Marte, non mancheranno i candidati, perché peggio che qua….
Analisi largamente condivisibile, che meriterebbe un serio approfondimento delle tematiche: globalizzazione, immigrazione, nuove relazioni sociali ed economiche, ambiente e, soprattutto, discutere su quali dovrebbero essere le scelte più opportune per la salvaguardia, ove fosse ancora possibile, di questo nostro mondo e del senso/valore dell’umanità
Grazie, segui il mio blog….magari qualche idea ci verrà e la scriverò, come minimo ci saranno degli approfondimenti. Ciao
Grande Romano, come faccio a non condividere?
…bel complimento. Grazie
Una realtà drammatica che è sotto gli occhi di tutti, ma tanti preferiscono non vedere e tanti altri, anime belle, sfruttano per autoreferenziarsi o, peggio, per lucrare in vari modi. La verità è che non c’è controllo. Non c’è controllo sulle strade, non c’è controllo sui flussi, non c’è controllo sui luoghi di lavoro: una giungla dove sopravvive il più forte… che, ahimè, non siamo certo noi italiani, ne tantomeno chi viene sfruttato o affoga prima di esserlo. Il fenomeno sottende però enormi interessi, ben oltre quelli dei trafficanti di neo-schiavi e dei caporali… Non bisogna essere miopi. Un argomento che, dopo il coraggioso articolo, da spazio ad argomentazioni ulteriori.
…non ci vuole molto coraggio a scrivere e denunciare, spero di poter fare di più