Category: life
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Una dimostrazione di quanto siamo dipendenti da quello che succede nel mondo
“La situazione impatterà in modo particolare su quelle aziende che avevano optato per una catena della fornitura corta e non dispongono di un ampio stock di prodotti”
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Romano Pisciotti: Ci siamo ubriacati di “just in time” di teorie sulla fabbrica “magra” e per mettere in atto queste false promesse di utili mirabolanti abbiamo messo in atto una globalizzazione selvaggia, piegata più alla fantafinanza e agli utili a breve termine, senza pensare al “sistema paese” e alla stabilità economica.
La riduzione dei costi…ci costa lacrime e sangue ogni volta che salta una rotella del diabolico ingranaggio.
Assembliamo auto con parti costruite in Cina o rimbalziamo per mezzo mondo macchinari che aggiungono quote di valore in una catena che unisce bassi costi di produzione e grandi rischi, disoccupazione nei paesi industrializzati e, spesso, bassa qualità.
Per alimentare la teoria della globalizzazione abbiamo dovuto abbattere i costi di trasporto costruendo mega navi, spesso messe in cantiere con sovvenzioni pubbliche, abbiamo modificato porti, sempre con spesa pubblica, per ricevere questi giganti del mare…tutti pagheremo per una folata di vento che ha messo in difficoltà la “EVER GREEN.”
I marittimi hanno già pagato in termini di riduzione del personale a bordo e riduzione di stipendi, per rincorrere, al ribasso, le paghe di marinai d’acqua dolce.
Abbiamo creato un sistema che premia gli azionisti e distribuisce i costi su tutti.
Abbiamo globalizzato le pandemie e i disastri tenendoci l’incubo della disoccupazione…e tante altre rogne. Il conto economico, a livello mondiale, quadra, mentre noi affondiamo in questo mare grande che non rispetta confini, leggi o il benessere sociale.
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“La corsa al gigantismo navale, che continua a caratterizzare la strategia dei grandi gruppi che controllano il trasporto di merci in container (e quindi di tutti i principali beni di consumo), e che sono impegnati da anni a ordinare navi portacontainer sempre più grandi, ha creato un circolo vizioso che sta facendo emergere una fragilità senza precedenti storici nel mercato marittimo. In 5 anni la flotta mondiale per il trasporto merci è cresciuta del 37%, con tassi annuali anche del 10%, a fronte di una recessione economica mondiale e di una flessione nel tasso di sviluppo anche della Cina, oltre che dei principali Stati che avrebbero dovuto alimentare il rilancio dell’economia globale. 10% annuo contro una crescita media del 2% nel Pil mondiale. In queste cifre sono sintetizzati interrogativi inquietanti relativi alla corsa, tutt’oggi in atto, a nuove navi sempre più grandi e alle conseguenze che questa corsa genererà anche in sistemi paese…”
(Convegno Federagenti dedicato al tema delle grandi navi)
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Il blocco del canale di Suez causato dall’incagliamento di una delle più grandi navi al mondo, la portacontainer Ever Given della compagnia Evergreen, sta generando un vero e proprio effetto valanga su tutto il commercio globale, e in particolar modo su quello europeo. E di conseguenza anche il porto di Genova, il primo porto del paese, osserva con “orrore” le notizie in arrivo dall’Egitto, dove la situazione sembra essere, paradossalmente, “in alto mare”.
“Un vero tsunami su tutta la filiera italiana – sottolinea Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto – la situazione potrebbe risolversi tra diversi giorni e provocherà seri problemi per la gestione delle scorte. Da Suez passano ogni settimana circa 50 mila contenitori diretti in Europa, e questo blocco sta facendo saltare tutte le schedule e le programmazioni, con attese dilatate anche di giorni“. Molte navi, infatti, stanno optando di aggirare il blocco rispolverando l’antica rotta di circumnavigazione dell’Africa “con un allungamento dei viaggi di 7-8 giorni – sottolinea Botta – cosa che con ogni certezza farà registrare rincari sul costo della merce trasportata“.
Ma non solo: “Una volta che la situazione si sbloccherà Suez bisognerà capire come ripartirà al programmazione, con un probabile aumento dei noli e problemi con la gestione dei container vuoti“. Una situazione che con buone probabilità porterà a congestionare i porti con gravi conseguenze sulla logistica sia in banchina che sulla strada. “Sarà un’ulteriore mazzata per il settore del trasporto – ci spiega Giuseppe Tagnocchetti di Trasportounito – già ora, in termini di mancanza di lavoro, visto che stanno saltando gli sbarchi, e dopo perchè si teme la congestione dei terminal, con lunghe attese dei nostri trasportatori che quindi lavoreranno in diseconomia e con pesanti disagi“.
Insomma una vera è propria bufera incastonata nel Mediterraneo e che, secondo Bloomberg, costa 9,6 miliardi di dollari al giorno: attraverso il canale di Suez passa il 12% del commercio marittimo mondiale, e l’8% del trasporto petrolifero. Dirette al nostro paese passano merci per un valore di 88 miliardi l’anno, vale a dire 241 milioni al giorno: “La situazione impatterà in modo particolare su quelle aziende che avevano optato per una catena della fornitura corta e non dispongono di un ampio stock di prodotti – sottolinea Nicola Capuzzo
Blocco del canale di Suez: effetto tsunami sul porto di Genova
Radio school
In 1937, a severe polio epidemic hit the U.S. At the time, this contagious virus had no cure, and it crippled or paralyzed some of those it infected. Across the country, playgrounds and pools closed, and children were banned from movie theaters and other public spaces. Chicago had a record 109 cases in August, prompting the Board of Health to postpone the start of school for three weeks.
This delay sparked the first large-scale “radio school” experiment through a highly innovative – though largely untested – program. Some 315,000 children in grades 3 through 8 continued their education at home, receiving lessons on the radio.
Presentato da Romano Pisciotti
Buona salute!
Joe Biden, il presidente scivola tre volte sulle scalette dell’Air Force One
Lo scivolone ha sicuramente riportato in auge i dubbi sulla salute del 77enne, un tema che lo stesso Trump ha più volte riproposto in campagna elettorale.Non è la prima volta che Biden fa degli svarioni. Il Daily Mail propone un lungo elenco che va dalle gaffe sulle minoranze, come quando in Iowa davanti alla Commissione Asia-Latinos sostenne che “i bambini poveri sono intelligenti e talentuosi come quelli bianchi”, fino all’errore storico di dire che era vicepresidente durante la sparatoria alla Parkland school avvenuta nel 2018, confondendo l’evento con la tragedia avvenuta nel dicembre 2012 alla Sandy Hook Elementary School in Connecticut.E ancora quando il 24 agosto ha scambiato il New Hampshire per il Vermont. O il 25 settembre quando Biden è sembrato confuso sul nome dell’ultima nomina a giudice della Corte Suprema scelto da Obama. A febbraio, poi, aveva dichiarato di aver lavorato con il leader cinese Deng Xiaoping all’accordo sul clima del 2015, ma Deng è morto nel 1997.Nel corso di un comizio lo scorso 4 marzo ha confuso la miglie con la sorella. E ad aprile è sembrato dimenticare il nome di Obama durante un dibattito sulla Crimea.
…scivolone di Biden in tv: chiama Trump George
Nel corso di un’intervista tv il candidato Democratico alla Casa Bianca Joe Biden ha commesso una gaffe che né lo sfidante Donald Trump né il web e i social hanno intenzione di fargli passare liscia. “Ancora quattro anni di George…ehm George e saremo nella posizione che se Trump verrà rieletto ci troveremo in un mondo diverso”, ha detto Biden mentre la moglie Jill sembrava suggerirgli il nome giusto dell’inquilino della White House.Il presidente uscente Donald Trump non si è lasciato sfuggire l’occasione per ridicolizzare il rivale e su Twitter ha scritto “Joe Biden mi ha chiamato George ieri. Non è riuscito a ricordarsi il mio nome
La gaffe di Biden è stata immediatamente ripresa dai social network dove molti utenti hanno attaccato il candidato sostenendo che Biden avesse scambiato Trump per George Bush e ipotizzando che soffra di demenza.
Romano Pisciotti: SMILE
Il killer Putin e la buona salute di Biden
L’analisi della sortita di Biden fatta da Dario Fabbri:
“….gli Stati Uniti necessitano di trasferire all’esterno il malessere che vivono internamente affinché questo non provochi impasse. Tutt’oggi la Russia rappresenta il nemico più facilmente intelligibile dall’opinione pubblica d’Oltreoceano, perfetto per convogliare su di esso la rabbia di dentro.
Biden ha voluto anche smorzare l’entusiasmo di molti paesi europei per il vaccino russo Sputnik V, con l’obiettivo di colpire il soft power del Cremlino. Di fatto il presidente statunitense invita i governi del Vecchio Continente a ponderare la propria scelta in merito, segnalando che trattasi di vaccino prodotto da un paese guidato da un “killer”…..”
“….Dopo 24 ore di totale sconcerto diplomatico a Mosca, Vladimir Putin la butta in psicologia e spiega che Joe Biden gli ha dato dell’assassino perché è lui a sentirsi tale. Augurando ironicamente ‘buona salute’ al collega americano, il presidente russo si è appellato a un modo di dire “che usavamo tra bambini nel cortile, quando si litigava: chi ti chiama con un nome si sta dando quello stesso nome”. In pratica, l’italico bue che dà del cornuto all’asino…..”
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Buona lettura
Niccolò Locatelli
Coordinatore di Limesonline
Romano Pisciotti like LIMES
Il pregiudizio
Confrontiamo una terzina Dantesca con una citazione di Einstein
Pd I – 88,90
e cominciò: «Tu stesso ti fai grosso col falso imaginar, sì che non vedi
ciò che vedresti se l’avessi scosso.
e cominciò a dire: «Tu stesso ti impedisci di capire pensando cose false, così che non vedi ciò che invece vedresti se avessi scacciato questo pregiudizio.
Romano Pisciotti: navigando il web

Il suo profilo da moneta imperiale romana è stata la filigrana di un’epoca ormai morta.
“Due erano allora le correnti di pensiero su Gianni Agnelli, che mi paiono rimaste identiche anche oggi. Una, salottiera, sintetizzata dal titolo scalfariano “Avvocato panna montata”, che lo ferì: giudizio banale, ingeneroso. L’altra, agiografica, che lo descriveva come il più grande imprenditore italiano del Ventesimo secolo. Giudizio altrettanto banale che lui stesso, cinico uomo di mondo, avrebbe rifiutato con ironia.
Neppure fu l’uomo moderno, kennediano, visionario descritto dagli stranieri, forse in contrapposizione all’italiano medio.”
Da : “Vi racconto il Gianni Agnelli che ho conosciuto”
Presentato da Romano Pisciotti
CHI SCEGLIERESTE COME PRESIDENTE?
LA FIAT NON ESISTE PIU’
COME SE NE SONO ANDATI MOLTI PROTAGONISTI DEL PASSATO
MA SE SI POTESSE SCEGLIERE IL NUOVO PRESIDENTE
CHI SCEGLERESTE?

L’ Avvocato









FATE LA VOSTRA SCELTA E SCRIVETELO NEI COMMENTI
Romano Pisciotti
GIANNI AGNELLI…ENZO FERRARI…LA NUOVA MONOPOSTO
La “storia d’amore” tra la Ferrari e la Fiat nasce il 18 giugno del 1969, quando il “Drake” cede a Gianni Agnelli il 50 per cento dell’azienda, mantenendo tuttavia il controllo della gestione sportiva.
Il primo successo della “joint venture” tutta italiana arriva nel 1975: Niki Lauda si aggiudica il titolo piloti e insieme a Clay Regazzoni quello costruttori, che vinceranno anche i due anni successivi. L’austriaco si ripeterà nel 1977.
Nel 1988, dopo la morte di Ferrari, la Fiat diventa l’azionista di maggioranza della casa di Maranello.
Dal 1999 al 2004 Schumacher vince 5 campionati del mondo piloti e 6 costruttori (con l’aiuto di Eddie Irvine e soprattutto Rubens Barrichello). Agnelli muore il 24 gennaio del 2003.
2021:
Romano Pisciotti, LIKE
GLI SPRECHI DELLO STATO COSTANO IL DOPPIO DELL’EVASIONE
L’evasione fiscale e contributiva presente nel nostro Paese – pari, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, a circa 110 miliardi di euro all’anno – ammonta a poco più della metà degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze causate dal cattiva gestione della nostra Pubblica Amministrazione (PA) che, la CGIA, stima in oltre 200 miliardi di euro all’anno.
ROMANO PISCIOTTI: l’evasione fiscale è dedotta, spesso basata su denunce della G. d F. che vengono, poi, smentite in tribunale; gli sprechi dello Stato sono una spesa reale.