T/N RAFFAELLO….IL MIO PRIMO IMBARCO
Romano Pisciotti
Era la mattina del 12 Aprile 1966, la Michelangelo stava procedendo verso New York con 745 passeggeri a bordo.
Quel giorno si sviluppò una tempesta di enorme potenza, molte navi si trovarono in difficoltà, 5 marinai furono spazzati via dal ponte di coperta della nave da carico inglese Chuscal.
Erano circa le 10 del mattino quando un’onda anomala si presentò di fronte alla nave proprio nel momento più sfavorevole per essere affrontata.
Il comandante Giuseppe Soletti, alla sua ultima traversata, deviò verso sud dalla rotta standard, per evitare il centro della tempesta. Venne consigliato ai passeggeri di stare in cabina, per evitare di essere sbattuti per i corridoi. A bordo c’era anche lo scrittore tedesco Gunther Grass con la moglie, e l’ammiraglio Giurati, il presidente dell’Italia Navigazione.
Claudio Suttora, il Primo Ufficiale, racconta: “Le onde diventavano sempre più alte e violente, e proprio alla fine di un grande beccheggio ci siamo trovati davanti quell’onda enorme. La Michelangelo, che fino a quel moneto era stata in grado di risalire le onde, infilò dritta la prua in quell’enorme, spaventoso e insuperabile muro d’acqua… nessuno di noi si rese conto di cosa stesse per succedere, quell’onda ci si è formata davanti quasi all’improvviso… per fortuna l’urto non fu così forte da danneggiare anche il timone, così riuscimmo presto a rimettere la nave contro le onde”.
Claudio Cosulich, all’epoca vice comandante della Michelangelo, racconta:”Quando arrivò l’onda, non ero sul ponte di comando, un’onda precedente aveva scoperchiato una presa d’aria sul ponte di prua ed ero andato con quattro volontari a riparare il danno, per evitare che l’acqua entrasse. Avevamo appena finito e stavamo scendendo una scaletta sotto il ponte… cademmo tutti rovinosamente… fu come incassare in pieno una cannonata da 305 mm.”
L’onda scavalcò la prua alta circa 18 metri e sfondò le lamiere dalla parte frontale della nave, distanti più di 70 metri dalla cima della prua, e molti oblò spessi quasi 2 centimetri fin sul ponte di comando, a 25 metri dalla linea di galleggiamento.
Due passeggeri, che avevano la cabina nella parte colpita dall’onda, morirono quasi subito, un membro dell’equipaggio morì poco dopo. I feriti furono più di 50, 10 dei quali, gravi. Lo stesso Cosulich, che in seguito Cosulich divenne l’ultimo comandante della Michelangelo, riportò una serie di fratture al braccio sinistro.
Poco dopo l’incidente la Michelangelo venne raggiunta da una nave militare americana che fornì assistenza medica supplementare, mentre I medici della Michelangelo lavorarono ininterrottamente fino all’arrivo a New York.
A New York la Michelangelo si fermò 3 giorni per le riparazioni temporanee, consistenti nella copertura della parte colpita, mentre al ritorno in Italia venne adeguatamente riparata e rinforzata, sostituendo le lamiere della parte frontale, fatte in lega di alluminio, con lamiere di acciaio in modo da renderla più resistente in futuro. Lo stesso lavoro venne eseguito sulla Raffaello. Per diminuire il peso delle navi e ridurre il consumo di carburante, l’alluminio era infatti utilizzato per le sovrastrutture di molte navi moderne negli anni ’60, così dopo l’incidente della Michelangelo anche altre navi come il France e lo United States ebbero la parte frontale rinforzata in acciaio.
Questo fu l’unico grave incidente della storia della Michelangelo e più tardi sia la Michelangelo che la Raffaello superarono senza alcun danno una tempesta di eguale intensità.
Facebook, dal post di Fausto Iacono:
Le Mitiche Navi Passeggeri (The Legendary Passenger Ships)
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Romano Pisciotti: sono stato imbarcato sulla gemella Raffaello. Ho conosciuto il Capitano Superiore di Lungo Corso Claudio Cosulich quando era al comando dell’AUGUSTUS ed io ero un giovane Allievo Ufficiale.
La pietra nelle vene e il cuore aperto agli spazi dell’anima, ai sentimenti e ai pensieri: il segreto del marmo rivelato dalla mano dell’artista.
Bellezza e armonia di passi mai mossi e combattimenti immobili, il peccato d’essere di sasso e il miracolo di una vita eterna.
Romano Pisciotti
(The stone in the veins and the heart open to the spaces of the soul, to feelings and thoughts: the secret of marble revealed by the artist’s hand.
Beauty and harmony of steps never moved and fights, the sin of being of stone and the miracle of an eternal life.)
Il David è una delle sculture più note al mondo oltre ad essere una delle opere più rappresentative del Rinascimento. La scultura, che rappresenta il Re David prima della battaglia contro Golia, misura 4,10 metri e pesa 5,5 tonnellate. Scolpita in un blocco di marmo di Carrara, fu realizzata tra il 1501 e il 1504. Oggi è una delle principali attrazioni di Firenze.
The David is one of the most famous sculptures in the world as well as being one of the most representative works of the Renaissance. The sculpture, which represents King David before the battle against Goliath, measures 4.10 meters and weighs 5.5 tons. Sculpted in a block of Carrara marble, it was built between 1501 and 1504. Today it is one of the main attractions of Florence.
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