GLI ARTIGLI DELLA TIGRE


La Cina ha varato un cacciatorpediniere classe Type 052DL con il più grande sistema di lancio verticale al mondo per missili antinave ipersonici YJ-21.

Nella seconda guerra mondiale l’Italia disponeva di una flotta militare potente per combattere nel “giardino di casa”…nel Mediterraneo. Lo stesso Churchill temeva, in modo particolare, la numerosa flotta di sommergibili. Corazzate e incrociatori modernissimi non bastarono per bloccare i Britannici nel Mare Nostrum, solo alcune valorose azione della nostra Marina ebbero significativi successi. Pochi scontri tra le due flotte, la maggioranza a favore della Marina Inglese. Alcuni fattori pesarono a sfavore della nostra flotta in alcuni dei più importanti scontri, come, i più citati da sempre, la mancanza del radar (…con la conseguente mancanza di proiettili per il tiro notturno), la mancanza di copertura aerea e l’imprecisione del tiro delle nostre corazzate (avendo accentuato la gittata a discapito della precisione). 

A questi svantaggi si può anche aggiungere la scarsa disponibilità di carburante che costrinse ad un impiego della flotta inferiore al suo potenziale. Alcuni commentatori aggiungono anche una maggior fedeltà della Regia Marina alla monarchia rispetto al Regime, personalmente penso che questo tipo di commenti nascondano più la rivalità tra le Forze Armate e una gestione complessiva poco strategica della flotta, come argomentato da molti storici.

Credo, e non sono l’unico a pensarlo, che ci fu una chiara impreparazione sia da parte dei Comandi che degli equipaggi. Senza nulla togliere al senso del dovere e al coraggio degli ufficiali e dei marinai, l’esperienza e la preparazione degli equipaggi inglesi giocò un ruolo importante nello svolgimento delle operazioni.

A conclusione di quanto detto, nelle battaglie navali servì a poco l’eroismo o alcuni primati numerici o alcuni record, mentre la conduzione tattica e strategica della guerra nel suo complesso dimostrò, ancor prima dell’intervento americano, l’inferiorità della nostra Marina che, come noto, alla fine, si dovette arrendere consegnando una flotta ancora di tutto rispetto, malgrado le perdite subite.

La frettolosa messa in linea dei gioielli navali cinesi non assicurerà una scontata supremazia militare.

Gli esperti militari segnalano una complessiva inferiorità cinese rispetto al naviglio americano. Vere o meno che siano queste segnalazioni, va detto, ad esempio, che è solo dal 2015 (…per quanto noto) che i cinesi esperimentano tecnologie per le loro portaerei. Ad oggi, gli americani riescono a far decollare dalle loro unità velivoli con maggior carico utile e carburante, elementi essenziali sia per il raggio d’azione che per il successo della missione.

La prima portaerei cinese a propulsione atomica sarà presto in linea…la velocità dei cinesi è impressionante, ma non altrettanto l’efficienza e l’esperienza che, come per la nostra Regia Marina, potrebbero compromettere la capacità bellica complessiva.

La strategia non basta impararla dai libri di storia, questo può (…potrebbe) servire a non ripetere gli stessi errori, ma non può insegnare a combattere una nuova guerra.

Spero che non ci sia mai il modo per verificare quanto sopra detto…assaggiare gli artigli della Tigre sarà, comunque, un’esperienza da evitare per i risultati, pur sempre, non scontati.

Romano Pisciotti 

5 commenti su “GLI ARTIGLI DELLA TIGRE”

  1. I nuovi caccoatorpediniere italiani in fase di avanzata progettazione avranno un dislocamento attorno alle 13,000 tonnellate. La classe Doria la più moderna in servizio ha un disloccamento di 7,050 tonnellate. Ciao

  2. Non c’è dubbio! Quando ancora in servizio, era “cool” l’acronimo monster, per caratterizzare una organizzazione efficace, DOTPMFLI, ovvero Doctrin, Organization, Training, Personnel, Materials, Facilities, Logistic, Interoperability. Nel senso che, proprio come dici tu, se mancasse una sola di queste voci, nonostante gli sforzi sulle altre, non si avrebbe una coerenza e quindi il desiderato o immaginato output operativo

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