4 Ottobre 2021, San Francesco

“Francesco va e ripara la mia chiesa, che come vedi, cade tutta in rovina.”

Oggi è tutto il creato a cadere in rovina. Tutti noi siamo inquinatori, peccatori verso il creato!

Alle cicliche e naturali mutazioni (…oggi a noi “ostili”) abbiamo aggiunto un nefasto, massiccio e perpetrato inquinamento con il risultato (…questo si ostile!) di soffocare la rigenerazione stessa del pianeta: il surriscaldamento planetario è evidente causa dei quotidiani disastri che rischiano di diventare antagonisti globali dell’intera famiglia umana.

I cambiamenti climatici hanno fonti nei cicli naturali, storicamente l’uomo ha modificato la propria esistenza nella tempesta e nella bonaccia di eventi che ha subito; l’uomo moderno ha basato la vita non solo sullo stato della Terra: negli ultimi secoli, abbiamo attraversato un periodo propizio per lo sviluppo dell’umanità anche forzando troppo gli elementi naturali.

Purtroppo non tutti gli uomini hanno raggiunto lo stesso benessere, neppure il globalismo è riuscito a garantire le stesse condizioni di vita a tutti, anzi, in molti casi ha fatto solo danni, tra questi, l’accelerazione indiscriminata dell’inquinamento in ogni luogo del pianeta!

Ora, abbiamo bisogno dell’impegno di tutti, senza inutili integralismi e senza passerelle mediatiche; lo sforzo deve essere globale e indipendente dal credo religioso seguito, cominciando da chi più ha beneficiato dello sviluppo e ha maggiormente inquinato.

L’esempio francescano non deve spaventare, né essere interpretato come rinuncia ai benefici dell’era moderna: San Francesco, anche oggi, c’invita a rinunciare all’inutile superfluo non alla vita; c’invita al rispetto della Natura e alla condivisione dei frutti del pianeta.

Oggi dobbiamo farci riparatori: la Terra dona e toglie in un continuo ciclo che perpetua l’esistenza del Sistema, far parte del prossimo cambiamento, non esserne la causa, sarà la salvezza dell’umanità nella più ampia interpretazione del “libero arbitrio”.

Romano Pisciotti

 

Globalismo e lo sciatto relativismo

“CONTRORDINE, COMPAGNI!

di

Marco Creazzola

Qualcuno propone : ‘e se ci aiutassero i Talebani?’ Hanno una fede in Dio incrollabile, sono insensibili alle lusinghe del pensiero unico globalista, alle sirene del consumismo. Sono il maestro col righello che punisce con severità, ma con giudizio, gli alunni indisciplinati, raddrizzando la schiena alla mollezza nazionale.

Primo: i Talebani hanno stupito il mondo sconfiggendo le grandi potenze URSS e USA (e Nato). Per essere precisi in entrambi i casi la resistenza alle invasioni fu condotta dai Mujaheddin, patrioti combattenti jihādisti, a volte affiancati, a volte contrapposti ai Talebani, studenti delle scuole coraniche passati all’azione, spesso terroristica o almeno militare. Le vittorie citate non mi stupiscono: sfogliando i libri di storia ritroviamo situazioni simili: l’estremo nazionalismo, la conoscenza del territorio, le tecniche di guerriglia, hanno rovesciato a volte gli esiti di conflitti. Uno per tutti, l’Impero Romano alla conquista della Caledonia del Nord (Scozia, Highlands), una regione poco più grande della Lombardia, Cinque spedizioni, decine di migliaia di legionari uccisi, un’intera flotta a picco, tre valli costruiti, una sproporzione di venti a uno, eppure la Scozia è rimasta libera, e il mondo non ha indossato il gonnellino. Le prime dichiarazioni, dopo il riconoscimento della Cina, vengono già smentite quotidianamente dalla cronaca. Secondo: noi Italiani abbiamo perso 54 uomini in Afghanistan, alcuni in incidenti, la maggior parte in conflitti a fuoco o attentati, suicidi e non, la gran parte dei quali rivendicati e attribuiti dalla nostra intelligence ai talebani. Dovremmo dire alle famiglie di queste vittime: “Ci siamo sbagliati. Non dovevamo combattere i Talebani, ma prenderli d’esempio. Il sacrificio dei nostri soldati è stato inutile”. Con quale spirito di patria dovremmo toglierci il prosciutto dagli occhi, ammirare i massacratori degli infedeli, i più grandi produttori di eroina e fabbricanti di morte, e stabilire con loro rapporti di amicizia? La fede in Dio non si copia e non si compra. Il globalismo e lo sciatto relativismo e trasformismo dei nostri governanti non si corregge con la rinuncia alla nostra civiltà, ma dall’interno con una rotazione delle nostre classi dirigenti, con metodi quanto più democratici e costituzionalmente ortodossi possibili.”
Presentato da Romano Pisciotti
da Facebook: Amici a cui piace Marcello Veneziani