Globalismo e lo sciatto relativismo

“CONTRORDINE, COMPAGNI!

di

Marco Creazzola

Qualcuno propone : ‘e se ci aiutassero i Talebani?’ Hanno una fede in Dio incrollabile, sono insensibili alle lusinghe del pensiero unico globalista, alle sirene del consumismo. Sono il maestro col righello che punisce con severità, ma con giudizio, gli alunni indisciplinati, raddrizzando la schiena alla mollezza nazionale.

Primo: i Talebani hanno stupito il mondo sconfiggendo le grandi potenze URSS e USA (e Nato). Per essere precisi in entrambi i casi la resistenza alle invasioni fu condotta dai Mujaheddin, patrioti combattenti jihādisti, a volte affiancati, a volte contrapposti ai Talebani, studenti delle scuole coraniche passati all’azione, spesso terroristica o almeno militare. Le vittorie citate non mi stupiscono: sfogliando i libri di storia ritroviamo situazioni simili: l’estremo nazionalismo, la conoscenza del territorio, le tecniche di guerriglia, hanno rovesciato a volte gli esiti di conflitti. Uno per tutti, l’Impero Romano alla conquista della Caledonia del Nord (Scozia, Highlands), una regione poco più grande della Lombardia, Cinque spedizioni, decine di migliaia di legionari uccisi, un’intera flotta a picco, tre valli costruiti, una sproporzione di venti a uno, eppure la Scozia è rimasta libera, e il mondo non ha indossato il gonnellino. Le prime dichiarazioni, dopo il riconoscimento della Cina, vengono già smentite quotidianamente dalla cronaca. Secondo: noi Italiani abbiamo perso 54 uomini in Afghanistan, alcuni in incidenti, la maggior parte in conflitti a fuoco o attentati, suicidi e non, la gran parte dei quali rivendicati e attribuiti dalla nostra intelligence ai talebani. Dovremmo dire alle famiglie di queste vittime: “Ci siamo sbagliati. Non dovevamo combattere i Talebani, ma prenderli d’esempio. Il sacrificio dei nostri soldati è stato inutile”. Con quale spirito di patria dovremmo toglierci il prosciutto dagli occhi, ammirare i massacratori degli infedeli, i più grandi produttori di eroina e fabbricanti di morte, e stabilire con loro rapporti di amicizia? La fede in Dio non si copia e non si compra. Il globalismo e lo sciatto relativismo e trasformismo dei nostri governanti non si corregge con la rinuncia alla nostra civiltà, ma dall’interno con una rotazione delle nostre classi dirigenti, con metodi quanto più democratici e costituzionalmente ortodossi possibili.”
Presentato da Romano Pisciotti
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