NON SOLO OCCIDENTE

di Cristiano Donelli

NON È CHE AL MONDO ESISTERÀ SOLO L’OCCIDENTE, È BENE SAPERLO.
Il rafforzamento dell’unione strategica dei BRICS, i Paesi che per varie caratteristiche loro peculiari si sono coalizzati per tentare di guidare a loro favore gli scenari futuri, è stato favorito dalla situazione odierna di guerra e sanzioni economiche in risposta a tali eventi.
Sembra scontato che tutti sappiano che l’Occidente, che si riconosce nell’Unione Europea per alcuni e nella NATO per un altro perimetro, sia una delle parti del mondo e non si può pensare di fare credere che la visione che abbiamo noi sia l’unica presente, pur che pensiamo sia quella che ci piace di più.
La tendenza che va per la maggiore alle nostre latitudini è quella di parlarne il meno possibile, come sempre nei temi dove maggiore consapevolezza servirebbe, e se capita che serva riportarne notizie allora si afferma che alla fine questi paesi BRICS sono deludenti rispetto alle aspettative, marginali, perdenti nella competizione globale.
Questa credenza fallace e fuorviante è stata veicolata soprattutto in 2 momenti recenti, quando si è votata in aprile la risoluzione per denunciare l’attacco russo al territorio ucraino nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite in cui questi Paesi si sono astenuti o opposti al testo, poi quando si sono riuniti per il loro 14esimo incontro per definire un piano di azione urgente che vede l’obiettivo dell’affrancamento dal dollaro come valuta di riferimento per i loro scambi.
Stiamo parlando di un quarto del PIL globale e del 40% delle persone che popolano questa Terra, dire che sono ininfluenti è azzardato, così come è folle arrivare ad uno scontro tale per cui si limitino fortemente gli interscambi con questo blocco di Paesi.
Come modello di Stato e gestione della democrazia nei BRICS (e loro amici) siamo lontani dal nostro ideale, però qual è la soluzione per affrontare la situazione?
La prima potrebbe essere riconoscere la loro diversità, collaborare con essi dove possibile senza andare a sindacare a casa loro e operare per una cooperazione che mantenga lo scenario globale in equilibrio.
Questa però pare non piacere e si preferisce, senza dichiararlo con trasparenza e onestà intellettuale, la seconda possibilità, quella di contrapporsi, cercare di isolare, creare un solco netto e agire con il metodo vecchio come il mondo e lontano dalle ambizioni dell’umanità moderna: deterrenza, minacce, armi.
Intanto chi stringe le mani alla Russia da tempo e ambisce ardentemente ad entrare nei BRICS è l’Algeria, di cui i “migliori” si esaltavano che fosse diventata il nostro primo fornitore energetico superando la Russia.
Questa attrattività verso l’altra parte della barricata vale per la maggior parte dell’Africa e dell’Asia, quindi a lungo termine non so quanto ci convenga rafforzare la logica dei blocchi contrapposti come a Washington hanno deciso di farci bere di nuovo.

presentato da Romano Pisciotti

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