It seems Alfa Romeo is one of those brands that refuse to step away from traditions and move on with the times. Over the last decade or so, the Italian company has come up with some great models, but their business strategy hasn’t been what you would call sustainable. However, this may be about to change, as the Italian car company recently stated that we will be getting a new model every year until 2026, and from 2027 onwards, all models of the brand will be electrified.
9 Newest Alfa Romeo Cars and Latest Custom Models with True Italian Sportiness
Very few of us will ever get to own a Ferrari, a Lambo or at least a Maserati. But, there is still a chance to get really close to the culture of Italian sports without becoming a millionaire. Alfa Romeos possess the looks, do not lack the brawn and remain exclusive enough to stand out in the crowd. In today’s video, we will review the newest lineup entries by the brand as well as explore the latest limited editions announced for 2021.
Enzo Ferrari was the founder of the brand now universally recognized as the strongest in the world …Enzo Ferrari è stato il fondatore del brand oggi universalmente riconosciuto come più forte al mondo.
Tutto iniziò in Alfa Romeo….It all started in Alfa Romeo
The Brand Finance Global 500 is an annual study conducted by leading brand valuation consultancy Brand Finance. The world’s biggest brands are put to the test and evaluated to determine which are the most powerful and most valuable.
Ferrari is the world’s most powerful brand. The legendary Italian carmaker scores highly on a wide variety of measures on Brand Finance’s Brand Strength Index, from desirability, loyalty and consumer sentiment to visual identity, online presence and employee satisfaction. Ferrari is one of only eleven brands (including Google, Hermès, Coca-Cola, Disney, Rolex and F1 racing rivals Red Bull) to be awarded an AAA+ brand rating and has the highest overall score.
Il Brand Finance Global 500 è uno studio annuale condotto dalla principale società di consulenza sulla valutazione del marchio Brand Finance. I più grandi marchi del mondo vengono messi alla prova e valutati per determinare quali sono i più potenti e preziosi.
La Ferrari è il marchio più potente del mondo. La leggendaria casa automobilistica italiana ottiene un punteggio elevato su una vasta gamma di misure sull’indice di forza del marchio di Brand Finance, da desiderabilità, lealtà e sentimento del consumatore a identità visiva, presenza online e soddisfazione dei dipendenti. La Ferrari è uno dei soli undici marchi (tra cui Google, Hermès, Coca-Cola, Disney, Rolex e i rivali di corse Red Bull) ad ottenere il marchio AAA + e il punteggio complessivo più alto.
Beautiful rendering … Alfa Romeo, icon and fantasy … for a probable future?
… would be a splendid return to the glories of Alfa Romeo’s past
Guardando la cronologia dei camion Alfa Romeo non può non saltare all’occhio come la Casa del Portello sia stata, dopo la Fiat (e considerando per questa la continuità con l’Iveco), il più longevo costruttore italiano di veicoli industriali: il primo camion Alfa è del 1914, l’ultimo del 1988. Eppure, nonostante settantaquattro anni di produzione, il camion non è un veicolo che il pensiero collega automaticamente al marchio Alfa Romeo. E magari, pur ricordando qualche mezzo da lavoro con il marchio del Biscione, molti collegheranno il concetto di “camion Alfa” soltanto ai tanti veicoli leggeri e medio-leggeri che, dall’inizio degli anni Sessanta fino a metà degli Ottanta, hanno costituito la produzione camionistica della Casa.
Scoprire che, per un trentennio, l’Alfa ha prodotto camion veri e propri, omologati per il peso massimo concesso dal Codice dell’epoca e spinti da grandi motori diesel, sarà per molti una sorpresa.
Looking at the history of the Alfa Romeo trucks, it can not fail to notice how ALFA was, after Fiat (and considering the continuity with Iveco), the longest-built Italian industrial vehicle manufacturer: the first Alfa truck Romeo is from 1914, the last of 1988. Yet, despite seventy-four years of production, the truck is not a vehicle that thought automatically links to the Alfa Romeo brand. And maybe, even if we remember some means of work with the Italian brand, many will link the concept of “Alfa truck” only to the many light and medium-light vehicles that, from the early sixties to the mid-eighties, formed the production House truck.
Discovering that, for thirty years, Alfa has produced real trucks, approved for the maximum weight granted by the Code of the time and driven by large diesel engines, will be a surprise for many.
Aggiorno il post ( che lascio invariato sotto a questo aggiornamento) dopo qualche giorno dalla scomparsa di Marchionne. Ho letto sui social tanti messaggi di cordoglio che ricordavano il suo lavoro, ma ho letto anche molti commenti negativi sull’attività di questo manager: esagerati, a mio avviso, in entrambi i sensi.
Sicuramente gli va riconosciuto il merito di aver salvato la FIAT, mentre le critiche riguardano l’ulteriore abbandono dell’Italia da parte del Gruppo. Effettivamente l’impegno sul versante americano è stato notevole e la strategia del Gruppo ha continuato a interessare altri siti produttivi fuori Italia, dunque, l’Italia non è più il paese del core business di FIAT e neppure la sede legale e finanziaria principale. Giusta o sbagliata che possano essere state queste strategie, è ovvio che il Gruppo abbia sfruttato tutte le opportunità offerte dalla globalizzazione, dall’Unione Europea, dalle sovvenzioni dei vari paesi e dalle nuove normative sul lavoro.
Le critiche riguardano maggiormente i contratti di lavoro, ma prescindendo dalle giustificazioni circa la convenienza aziendale, è altrettanto vero che nulla è stato fatto in modo illegale e le critiche andrebbero fatte, (…se tutto ciò è ovviamente a svantaggio delle maestranze) ai governi, ai sindacati e al mondo globalizzato che hanno concesso, avvallato o perorato queste forme di riforme e filosofie post industriali.
Ovviamente le nuove regole del gioco andrebbero viste anche alla luce della coscienza, e della convenienza per il “sistema paese” (il nostro) tanto più che l’Italia ha sempre sostenuto l’azienda FIAT per il principio che “ciò che è buono per FIAT è buono per il paese.”
Personalmente mi hanno infastidito le acclamazioni esagerate nei confronti di questo manager, quasi chiedendo la sua santificazione e ancor più mi preoccupa l’evidenza che, come un tempo si cercavano gli eroi e le narrazioni epiche, troppo spesso solo per cercare l’approvazione popolare in poco edificanti situazioni, oggi si cerchi il manager-eroe per coprire le nefandezze di un mondo che si è globalizzato in modo scomposto, senza regole e privo di idea sociale.
Nonostante i successi nelle vendite, Fiat e Lancia chiuderanno con utili operativi in rosso anche nel 2019 e per quest’anno l’Alfa Romeo lavorerà in perdita.
Negli stabilimenti di casa si continua a fare cassa…integrazione!
FCA Italy, con attività industriali in vari paesi, non partecipa ai successi del Gruppo date le sue perdite: sei miliardi dal 2012.
I “piemontesi” sembrano aver trovato…l’America con i marchi Jeep e RAM, nel pacchetto dell’acquisto di Chrysler.
Mike Manley (“Head of Jeep Brand” dal 2011) si è guadagnato sul campo la nomina ad amministratore delegato di FCA.
L’acquisto in liquidazione della Chrysler, con i suoi marchi storici, è stato il vero affare di Marchionne.
Da Zurigo non arrivano notizie confortanti sull’ex timoniere del Gruppo, al quale va riconosciuto il merito di aver salvato FIAT dal fallimento anche se da tempo, la storica azienda, non è più un “ miracolo italiano”