Servono vere risorse, non fancazzisti nulla facenti che, mescolati a disperati e profughi veri, arrivano sulle nostre coste con l’idea di approdare nel paese del bengodi!
L’invecchiamento della popolazione peserà come un macigno sul Pil Italia, destinato a perdere nei prossimi cinquant’anni un terzo del suo valore: nel 2070 il valore attuale di 1.800 miliardi di euro perderà circa 500 miliardi.
È l’effetto principale di un trend demografico, che segnala un calo costante della popolazione (da 59 milioni a 48 milioni di abitanti) e un aumento contemporaneo dell’età media degli italiani: nel 2070 in Italia ci saranno almeno 2,2 milioni di persone con almeno 90 anni (dalle attuali 800 mila) e di queste 145 mila saranno ultracentenari (oggi sono 20 mila). Un andamento che va di pari passo con la riduzione costante delle nascite: nel 2021 i bambini nati sono stati 399 mila, ma le stime per quest’anno sono per una ulteriore riduzione.
Servono visti di lavoro per gente abile (controllata nel paese d’origine) che cerca lavoro per formare una famiglia nel rispetto del paese che li accoglie.
Abbiamo bisogno di brava gente che innesti nuove generazioni di …italici!
E’ noto che molti piccoli imprenditori hanno basato il loro successo su singole peculiarità, intuito o fiuto per gli affari, com’è altrettanto noto che le piccole e medie imprese, in molti casi, non attraversano un periodo florido, anzi, molte rischiano di passare da “difficoltà” a “chiusura”…..hanno esaurito idee e fiuto?…..o forse qualcuno ha avuto un’idea migliore o globale?!
La globalizzazione ha creato molte illusioni e, purtroppo, molte delusioni: le aziende che hanno pensato di poter abbattere le frontiere raggiungendo, grazie alla visibilità offerta da internet, ricchi mercati inesplorati o nuovi clienti, si sono accorte che un sito web non basta più e neppure la presenza sui social garantisce prodigiose “messi” di clienti.
La global economy sta portando alla migrazione dell’economia produttiva verso luoghi esotici e la finanziarizzazione dell’impresa tradizionale ha abbattuto confini e barriere, senza rispetto sociale e senza impegni territoriali come tasse e sindacati.
Non abbiamo applaudito al concetto dell’e-commerce per vedere migliaia di poveri cristi pedalare per pochi euro o per essere circondati da furgoni che sembrano aver sostituito la slitta di Babbo Natale, con la differenza che la slitta magica non blocca la viabilità con posteggi funamboleschi!
Rischiamo di perdere la bussola negando che l’impresa e l’imprenditore operano non solo “nel” paese, ma anche “per” il paese.
Brutti scenari per le piccole e medie imprese che, nel tentativo di sopravvivere, si vedono costrette a garantire prezzi e tempi di consegne allucinanti ai giganti del web. Albergatori che, rincorrendo la visibilità, si sono ritrovati a pagare un “pizzo” spropositato ad App che stanno, in pratica, monopolizzato il web.
Il cambiamento in atto non sembra portatore di benessere: non siamo davanti all’evoluzione di carrozze in treni e automobili (processo sempre portato ad esempio per giustificare parte dell’attuale progresso), ma all’accaparramento monopolistico economico-finanziario del mercato.
Quando i giganti avranno ottenuto il monopolio commerciale globale, neppure gli utenti finali (clienti) saranno contenti di comprare oggetti o servizi imposti a prezzi che non saranno più a low cost o, se tali, saranno d’infima qualità, unico standard al quale la globalizzazione ci sta lentamente abituando.
Neppure le aziende del nord-est padano (eccellenze della meccanica), entrate nel circuito tedesco, possono stare tranquille: il legame teutonico assomiglierà sempre più a un guinzaglio, se non addirittura a un nodo scorsoio.
Troppo tardi per reagire?
Non penso…
…a patto che le medie e piccole imprese riescano, senza perdere le loro peculiarità, a fare squadra in gruppi di produttori: unendo i canali di vendita, fare rete con associazioni tra aziende che possano condividere esperienze e futuro.
Unire gli sforzi qualitativi, far fronte per nuovi investimenti, raffreddare la concorrenza, ridurre i costi con acquisti comuni, ecc…cooperare significa compensare i vantaggi delle grandi aziende!
So bene quanto sia difficile per il classico imprenditore italiano “aprire” la propria azienda, ma l’alternativa non sarà felice…sciogliendosi nella prossima App o affrontando, solo, la tempesta.
Vizi e difetti della piccola impresa, magari alle prese anche con il cambio generazionale, devono essere rimossi trovando soluzioni competitive per continuare a valorizzare i pregi dell’impronta famigliare…e, nel caso, ricorrendo a esperti e coordinatori esterni per nuove alleanze.
In un solo anno, il mare non scava la roccia, mentre le lacrime dei vivi aprono solchi nei cuori. Il mare vive l’eternità, noi il dolore del tempo nella brevità dell’abbraccio. Viviamo nella risacca dei ricordi sino a quando non salirà la marea, per sempre.
Amiamo le nostre storie: abbiamo sofferto passioni ed esaltato intime gioie. Nelle nostre storie, specchio delle nostre anime, ritroviamo la rabbia per ciò che abbiamo mancato e l’ardore per ciò che abbiamo vissuto, ritroviamo i nostri valori, i momenti bui e i raggi del successo. Nelle nostre storie non c’è tutta la nostra vita ma solo i ricordi che conserviamo nel cuore, siano brevi riflessi o pesanti macigni o farfalle che frullano in pancia e nel cervello, tutti pezzi del nostro vissuto.
Oggi, abbiamo perso un amico e il suo ricordo è un pezzo delle nostre storie di marinai, di gioventù e di dolore. Abbiamo un lungo elenco di dolori privati, ma la partenza di Stefano è un dolore comune a tutti noi, come le lacrime che versiamo per i compagni di corso che non sono più fisicamente con noi.
Nelle nostre storie viviamo i nostri vent’anni e lo scorrere delle stagioni, rivediamo i sorrisi e ascoltiamo il battito dei cuori dei nostri compagni. L’eco del comune giuramento risuona tra le immutate mura con il calpestio dei nostri passi e il potente respiro della giovinezza.
L’eco dei ricordi risuona nei nostri cuori come piacevole brezza o violento grecale. Il pensiero dei nostri morti è come l’aria nei polmoni quando si fa tagliente nelle gelide notti. Non piangiamo il nostro destino, che inevitabilmente ci coglierà in un abbraccio, ma la mancanza, ora, dei nostri cari compagni.
This 1939 Fiat 500A Topolino is a two-door transformabile coupe feature bodywork from the Garavini coachworks in Turin, Italy
Questa Fiat 500A Topolino del 1939 è una coupé trasformabile a due porte con carrozzeria prodotta dalle carrozzerie Garavini di Torino, Italia.
Gestire scientificamente le differenti componenti del patrimonio industriale attraverso un’unica struttura istituzionale dotata di competenze diverse è possibile, almeno per le realtà di dimensioni considerevoli, e può essere estremamente produttivo in termini di valorizzazione.
Scientifically managing the different components of industrial assets through a single institutional structure with different skills is possible, at least for companies of considerable size, and can be extremely productive in terms of enhancement.
La sensibilità collettiva verso il patrimonio industriale è molto aumentata: il grande pubblico ha imparato a conoscere e ad amare tale patrimonio.
The collective sensitivity towards industrial heritage has greatly increased: the general public has learned to know and love this heritage
From the business memory we must derive reason for satisfaction and that “return of image” which translates into a promotional advantage.
Dalla memoria d’impresa si debbono ricavare motivo di soddisfazione e quel “ritorno di immagine” che si traduce in un vantaggio promozionale.
GENERAZIONE DI UN MESSAGGIO // GENERATION OF A MESSAGE
Without prejudice to administrative reasons or technical needs, the choice of whether or not to keep a document – be it an invoice rather than a product sample or a photo – is often an affective / emotional one, which has as its consequently the “creation of meaning” or, in other words, the generation of a message.
Fatte salve le motivazioni di tipo amministrativo o le esigenze di carattere tecnico, la scelta di conservare o meno un documento – sia esso una fattura piuttosto che un campione del prodotto o una foto – è spesso di tipo affettivo/emotivo, che ha come conseguenza la “creazione di senso” o, in altre parole, la generazione di un messaggio.
Una delle sfide per il mondo imprenditoriale, ma anche per quello cultura
One of the challenges for the business world, but also for the cultural one
NUOVA 500
Recuperare e riproporre, attualizzandoli, vecchi modelli di oggetti di design; oppure mettere in produzione progetti mai realizzati. Come si vede quello dello sfruttamento degli archivi in chiave produttiva è ancora un ambito di intervento ampiamente da esplorare e sviluppare.
Recover and re-propose, updating them, old models of design objects; or put into production projects that have never been realized. As can be seen, the exploitation of archives in a productive key is still an area of intervention that has to be widely explored and developed.
Nuove forme di marketing e di comunicazione d’impresa e del territorio stesso che riconosce nella memoria industriale e del lavoro una propria risorsa capace di attrarre attenzione.
New forms of marketing and communication for business and the territory itself, which recognizes its own resource capable of attracting attention in industrial and work memory.
ROMANO PISCIOTTI
Business developer manager / Consulenza strategica & commerciale
Dopo l’ennesimo “errore giudiziario”, nei confronti di Calogero Mannino (che, onore a lui, ha sempre rinunciato alla prescrizione), le cui accuse DOPO 29 ANNI, sono state definite « infondate e addirittura incongruenti »…. tutti, ma dico TUTTI, dobbiamo tenere a mente un numero, che è arrotondato per difetto: 2 9 0 0 0 (VENTINOVEMILA), perché? Direte voi, ed io vi dico che questo è il numero di volte in cui un imputato è stato INGIUSTAMENTE condannato a causa di un “errore giudiziario” (dal 1992 ad oggi) e questi errori sono costati allo stato, oltre 300 MILIONI DI EURO in risarcimenti. Avete per caso mai sentito che un giudice o magistrato, sia mai stato condannato penalmente, o anche solo pecuniariamente, per questi errori?????
In classe lo prendevano molto in giro, perché aveva commesso un errore.
Poiché la risposta corretta per 9×10 è 90, tutti i suoi studenti lo derisero.
Poi Albert aspettò che tutti stessero zitti e disse:
“Nonostante abbia risposto alle prime 9 domande, nessuno si è congratulato con me, tuttavia quando ne ho fallito una soltanto, tutti hanno iniziato a ridere; ciò significa che nonostante io abbia molto successo, la società noterà il tuo minimo errore e se ne prenderà gioco.
Non lasciare che una semplice critica distrugga i tuoi sogni”