IL DOLORE DEL TEMPO

Il dolore del tempo

In un solo anno,
il mare
non scava la roccia,
mentre
le lacrime dei vivi
aprono solchi nei cuori.
Il mare vive l’eternità,
noi
il dolore del tempo
nella brevità dell’abbraccio.
Viviamo
nella risacca dei ricordi
sino a quando
non salirà la marea,
per sempre.

Romano

16 gennaio 2021
16 gennaio 2022

“Lascia stare il mare, pensa a studiare!”

“Lascia stare il mare, pensa a studiare!”

di Romano Pisciotti

Parlo di un tempo, non così lontano, quando le nonne erano solo anziane affettuose e dolci…non erano ancora fenomeni per “Ballando con le stelle” o maratonete di viaggi low cost…e gli anni pesavano molto più di quanto possano pesare oggi. Sicuramente, le nostre nonne erano affaticate da una vita di sacrifici, attraversata da due guerre mondiali e da combattimenti giornalieri ben più gravosi di ogni moderna maratona.

Mia nonna Tina, Martina Brambilla all’anagrafe e milanese sino al midollo, è scomparsa ormai molti anni fa, alla bella età di novantasei primavere, ma ho avuto la gioia di condividere con lei la mia infanzia, l’adolescenza e la maturità; ho condiviso momenti felici, qualche lacrima e tante sono state le marachelle che mi ha perdonato, anche se qualche “ciabattata” l’ho presa (…solo di striscio, per la poca mira o il poco impegno che metteva nella punizione).

Tra i suoi aneddoti migliori ricordo la battuta: “Lascia stare il mare, pensa a studiare!”…arrivata per risposta al mio desiderio di frequentare l’Istituto Nautico. La sua battuta, molto seria e da lei citata naturalmente in dialetto meneghino, dice tanto di quanto, in famiglia, si potesse abbinare il mare a una professione oltre che alle vacanze estive….”pensa a studiare”.

Furono proprio quelle vacanze estive e quei bastimenti, anche se solo appena intravisti, a farmi sognare… e i sogni divennero realtà!

Scelsi, per vicinanza, il San Giorgio: non fu certo facile lasciare famiglia, amici e abitudini per andare a studiare a Genova, ma fu sicuramente più difficile per i miei cari lasciarmi percorrere la strada che avevo scelto.

Non per tutti i fine settimana potevo rincasare, i centocinquanta chilometri di treno da Milano erano, o almeno lo erano allora, un viaggio; questo non scoraggiava la nonna Tina che, vedova di un impiegato delle ferrovie, non esitò per più volte, a raggiungermi per trascorrere insieme qualche ora domenicale.

La nostra meta, in quelle giornate, non cambiò mai: la Stazione Marittima! Io devo aver esagerato, colorando di miei sogni, i racconti dei meravigliosi viaggi di quei transatlantici ormeggiati in banchina. Abbiamo salutato, con il classico fazzoletto, la partenza delle navi bianche verso orizzonti lontani.

Il 28 luglio del 1973 i tabelloni esposti a scuola decretarono un tanto sospirato “Maturo!”

Oggi è quasi incredibile pensare che già il mattino del 4 di agosto fossi in banchina ad attendere l’AUGUSTUS.

Avevo già fatto un imbarco estivo, sulla RAFFAELLO, ma li lavavo piatti, ora avevo già la mia bella divisa da Giovanotto Diplomato.

Su navi eleganti e operosi mercantili ho respirato mare e ferro per tanti anni, compreso l’indimenticabile periodo come Guardia Marina.

Ho poi archiviato il titolo di Capitano di Lungo Corso per navigare altre avventure in tutti i continenti, collezionando qualche smacco e tante soddisfazioni…ora, che ho raggiunto l’età dove i ricordi sono più dei sogni, ho una gran nostalgia per quei fumaioli tricolori, per il periodo in Accademia e per quei viaggi in paesi che, allora, erano molto più distanti di ciò che possono apparire oggi.

Negli anni ho visto la mia “compagna di sogni” affaticarsi e cercare nei miei successi le sue gioie, ho visto il suo viso pallido diventare immobile, accompagnandola verso il viaggio più lungo.

…A te, cara nonna Tina.

Romano

MARINAI

Un cuore pazzo si era buttato in mare per scoprire la profondità e il mondo dei silenzi: non è più tornato, nessuno l’ha più sentito lamentarsi di dolore o battere di vita.

In tanti rimasero a guardare la superficie, le loro lacrime si sono confuse con le onde nel tentativo di raggiungere il poveretto.

La vedova di un navigante, piangendo, raccontò che il mare non restituisce i corpi, ma il cuore dei naufraghi batte nel coraggio di chi, prima dell’alba, esce in mare.

Si fece avanti la figlia di un eroe e tutti ascoltarono quella giovinetta: “ i cuori non sono mai dispersi in mare perché raggiungono gli dei.”

Un marinaio disse che l’apnea dei sognatori è più lunga della vita…e tutti tornarono ai remi.

Tutti i marinai sono dei sognatori.

 

Romano Pisciotti

 

 

NUOVA BELLEZZA

NUOVA BELLEZZA

di Romano Pisciotti

Non c’è mare uguale

onda, alba o tramonto,

non c’è giorno

notte o brezza

che possano ripetersi.

Non ci sono attimi 

che possano assomigliarsi

solo i pensieri ritornano,

uguali

come i sogni,

non lasciano il buio

ne la mente

ripetendosi ostinatamente

in danze irreali

e vecchie paure.

Guardando il mare

posso dimenticare

il tormento e l’ansia

di giorni ingiusti.

L’arcobaleno di colori,

odore, sale

e le notti profonde

entrano negli occhi 

a pulire l’anima. 

Davanti al mare

non servirà ricordare

vivremo i momenti 

più belli di sempre

di nuova bellezza.

Romy